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mercoledì 7 ottobre 2015

Le dimissioni, queste sconosciute.


"Tutto il mondo è paese" in fatto di legalità e lo scandalo Volkswagen dimostra che c’è ancora molto da fare.
Non dobbiamo però gioire delle disgrazie altrui perché c’è una cosa sulla quale, rispetto a loro, siamo sempre in leggera controtendenza. E’ la pratica di un istituto sconosciuto in Italia: quello delle dimissioni.
Sconosciuto, a quanto pare, anche al sindaco (preside e prof) di Treviglio, “costretto” a confessare di non aver mai conseguito la laurea; di fatto beccato a insegnare senza averne i requisiti.
La vicenda mi ha ricordato tale Karl-Theodor zu Guttenberg, eletto nel 2002 al Bundestag col 60% dei voti. Una carriera lampo la sua:segretario della CSU, Ministro federale dell’Economia e della Tecnologia e infine Ministro della Difesa a soli 39 anni.
Direte voi: cosa c’entra con il sindaco (e preside) Pezzoni? C’entra, dico io. Un’inchiesta giornalistica dimostrò, infatti, che Guttenberg aveva conseguito un dottorato copiando una parte della tesi, senza citare le fonti. Una cosa ritenuta talmente grave da portarlo alle dimissioni immediate (dopo avere chiesto scusa a tutto il Paese).
Una pratica (quella di copiare le tesi), abbastanza diffusa, se è vero che due anni dopo anche il ministro dell’Istruzione e della Ricerca scientifica, Annette Schavan, fu costretta alle dimissioni per lo stesso motivo.
Qual è stata invece la reazione del sindaco di Treviglio (che manco l’ha scritta una tesi)? “Considero il mio errore un fatto privato” ha prima spiegato. E ha proseguito: “Mai pensato alle dimissioni”. Surreali le motivazioni. “Non posso abbandonare la nave mentre è in corso una tempesta”. “E’ giusto portare a termine scelte che non c’entrano niente con la mia posizione personale”.
Mi chiedo: è mai possibile che questo Paese non riesca ad avere una benché minima cultura della trasparenza, del rispetto e dell'etica del lavoro?
Una cultura della legalità che ci faccia smettere di considerare “furbetti” quelli che non pagano le tasse e che ci insegni a non dare solidarietà a un amministratore pubblico che con l’inganno ha occupato per anni posti che spettavano ad altri.
Che cosa deve accadere per avere un minimo di riprovazione sociale verso questo tipo di comportamenti?
Nel 2008, in Inghilterra, Rhiannon Mackay fu condannata a sei mesi di carcere per essere stata assunta grazie a un curriculum poi rilevatosi falso. Da noi? Il curriculum del sindaco continua a fare bella mostra sul sito del comune di Treviglio con tanto di laurea ed esperienze professionali. Comunque mai dire mai.
Qualcuno, messo di fronte alle proprie responsabilità, potrebbe ancora dimettersi. Sarebbe un gesto importante.
Un gesto che ci farebbe dire, finalmente, di avere invertito quella maledetta controtendenza.

Johannes Bückler

07 Ottobre 2015 - Corriere della Sera - Bergamo -

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