Caro Johannes,
mi permetto di sottoporre alla sua attenzione come alcune forze politiche (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia ed altre forze politiche)ipotizzino e sostengano l’uscita dall’euro.
Invocano la creazione di una moneta parallela da affiancare all’euro. A tale proposito vorrei segnalare, a chi propende e sostiene questa soluzione, che con la nascita dell’UE, alcune funzioni istituzionali della Banca d’Italia sono state rivisitate.
Quella monetaria e quella ispettiva sono state assegnate ad organismi diversi. Alla Banca d’Italia è rimasta una attività ispettiva su categorie non meno importanti di banche e delle BCC. Viene spontaneo ricordare che non risulta Paese al mondo che fa ricorso contemporaneamente a due segni monetari. In ambito europeo vengono applicate le leggi, frutto di accordi tra i Paesi aderenti all’eurozona, e per la sua gestione è stato creato un organismo sovrano: la BCE.
In politica tutti possono dire tutto, però c’è un limite. Parlare alla pancia degli italiani, scontenti, delusi e senza lavoro, è uno sport molto praticato e molto diffuso, con ottimi risultati propagandistici. Piuttosto si può rimproverare alle Autorità competenti, che in occasione del change-over (passaggio dalla lira all’euro, gennaio 2002) il mancato controllo sul rispetto di un principio sacrosanto: l’obbligo nei confronti degli operatori del commercio, di esporre i doppi prezzi per le merci in vendita. Infatti presso le Prefetture furono istituiti dei Comitati preposti a tali controlli.
Non risultano multe o provvedimenti a carico dei commercianti, nonostante la scarsa applicazione del predetto principio. Questa inosservanza è stata una concausa (se non proprio la causa scatenante) del precipitare e il degenerare della politica dei prezzi al consumo.
Nessuno, a suo tempo, si pose il quesito: come mai i prezzi al consumo, a distanza di sei mesi, risultano tutti raddoppiati?
Rino Impronta
mi permetto di sottoporre alla sua attenzione come alcune forze politiche (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia ed altre forze politiche)ipotizzino e sostengano l’uscita dall’euro.
Invocano la creazione di una moneta parallela da affiancare all’euro. A tale proposito vorrei segnalare, a chi propende e sostiene questa soluzione, che con la nascita dell’UE, alcune funzioni istituzionali della Banca d’Italia sono state rivisitate.
Quella monetaria e quella ispettiva sono state assegnate ad organismi diversi. Alla Banca d’Italia è rimasta una attività ispettiva su categorie non meno importanti di banche e delle BCC. Viene spontaneo ricordare che non risulta Paese al mondo che fa ricorso contemporaneamente a due segni monetari. In ambito europeo vengono applicate le leggi, frutto di accordi tra i Paesi aderenti all’eurozona, e per la sua gestione è stato creato un organismo sovrano: la BCE.
In politica tutti possono dire tutto, però c’è un limite. Parlare alla pancia degli italiani, scontenti, delusi e senza lavoro, è uno sport molto praticato e molto diffuso, con ottimi risultati propagandistici. Piuttosto si può rimproverare alle Autorità competenti, che in occasione del change-over (passaggio dalla lira all’euro, gennaio 2002) il mancato controllo sul rispetto di un principio sacrosanto: l’obbligo nei confronti degli operatori del commercio, di esporre i doppi prezzi per le merci in vendita. Infatti presso le Prefetture furono istituiti dei Comitati preposti a tali controlli.
Non risultano multe o provvedimenti a carico dei commercianti, nonostante la scarsa applicazione del predetto principio. Questa inosservanza è stata una concausa (se non proprio la causa scatenante) del precipitare e il degenerare della politica dei prezzi al consumo.
Nessuno, a suo tempo, si pose il quesito: come mai i prezzi al consumo, a distanza di sei mesi, risultano tutti raddoppiati?
Rino Impronta