La democrazia del deficit.
8 agosto 1986
Oggi il secondo Governo Craxi ha ottenuto la fiducia alla Camera dopo quella al Senato. E’ il quarantatreesimo governo della Repubblica, il secondo della IX legislatura. Craxi sa benissimo che può continuare a occupare quella poltrona solo perché De Mita ha deciso che andare a elezioni in questo momento non gli conviene. Ancora troppo alto il consenso nel Paese del Presidente del Consiglio e poi tra poco c’è la finanziaria...
Ma una cosa è certa: lo stesso De Mita gli ha fatto capire in più occasioni che tra sei mesi deve togliersi dalle scatole. La Democrazia Cristiana deve tornare alla guida del Paese. Costi quel che costi.
27 agosto
Oggi si è riunito il governo per iniziare a discutere della nuova finanziaria. Sono presenti Craxi, Goria, Visentini, Romita, De Michelis e il liberale Zanone.
Dando uno sguardo al passato (per quanto riguarda la spesa pubblica) hanno poco da stare allegri.
Nella finanziaria ’85 il deficit era stato fissato a 96.300 miliardi. A Febbraio era stata ritoccato a 99.900 miliardi. A settembre (e avevano giurato tutti che questo sarebbe stato l’ultimo ritocco) a 106.700 miliardi. L’anno si era chiuso a – 112.000 miliardi. Un buco pari a un terzo delle spese. La vera democrazia del deficit. Spendere 350.000 miliardi quando ne incassi meno di 250.000. Grandi.
Craxi ha detto basta. Per il 1987 il deficit deve essere fissato assolutamente a 100.000 miliardi, non una lira di più, non una lira di meno. Non solo. Questa finanziaria, dice, deve essere ricordata come l’inizio di un risanamento totale. Interventi strutturali di riduzione della spesa, meno sprechi, eliminazione di distorsioni e privilegi dello stato sociale.
Tutto per liberare risorse da destinare all’occupazione.
Per ridurre sprechi e privilegi non bisogna nemmeno andare tanto lontano. Esiste o no la Commissione tecnica per la spesa pubblica?
L’ultimo documento sul tavolo del Governo riporta risparmi per: 16.000 miliardi nel ’86, 19.000 nel 1987, 22.000 nel 1988 e 24.000 miliardi nel 1989.
Le principali proposte per la riduzione della spesa consistono in: niente pensioni di reversibilità per chi percepisce due o più pensioni (salvo le minime), aumento dell’età pensionabile fino ad arrivare a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, pensioni di anzianità solo a chi ha lavorato almeno 25 anni (di contributi), controlli su tutte le esenzioni nella sanità. Per esempio: ci sono almeno due milioni di falsi invalidi e a questi dobbiamo dire basta. E poi ci sono i repubblicani e i liberali che spingono alla privatizzazione di Ina e Enel.
10 Settembre
I buoni proposti di riduzione della spesa si sono già arenati. Ma si sapeva. Tra pochi mesi ci sono le amministrative e sicuramente le politiche (De mita docet). Quindi? Cosa può fare la Dc? Assecondare Craxi e i suoi intenti di risanare il Paese e aumentargli a dismisura il già alto consenso? Giammai. Goria ha appena suggerito a Craxi di volare basso. Lui è democristiano, e questo si sa, ma è soprattutto a capo della Commissione tecnica della Spesa Pubblica (ed è il pupillo di De Mita, ma questo evita di dichiararlo). “Si fa presto a dire: niente pensione a chi non ne ha diritto”. Si fa presto anche a dire”privatizziamo”, o peggio “risaniamo la sanità”.
Quando un politico parla è necessario usare il traduttore automatico di politichese. Se Goria dice “si fa presto a dire risaniamo la sanità”, significa: “come puoi pretendere di farlo se le Usl, il ministero e tutto quello che riguarda la sanità è in mano al mio partito, la Democrazia Cristiana?” Così è più chiaro?
20 settembre
Tutto è fermo. In questo momento ci sono cose ben più importanti del risanamento del Paese. Per esempio le nomine delle banche pubbliche. Il mandato triennale è scaduto e come al solito è iniziato il ballo delle spartizioni. Di poltrone naturalmente.
Una cinquantina di banche pubbliche quindi presidenti, vice, amministratori delegati da nominare. Di regola non si sta troppo a guardare per il sottile: un posto a me, uno a te, un posto a un amico mio, uno posto a un amico tuo. E via così. Niente di complicato.
Questa volta però i socialisti si sono presentati un tantino più preparati. Un bel manualetto dove le banche sono state suddivise per “peso politico”. “E’ ora di finirla di assegnare le banche a caso., dicono, cerchiamo di essere più precisi”.
I socialisti non hanno fatto in tempo a cantare vittoria. Il Cicr (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio), sede istituzionale delle nomine, non ha accettato il manualetto. Chissà perchè. (Goria, ministro del Tesoro democristiano che presiede il comitato non vi dice niente?)
30 settembre
Oggi Goria ha fatto una dichiarazione. Una delle sue. Ha appena avvertito il Paese che da questo momento gli interessi sui titoli pubblici (ad oggi esentasse) saranno tassati del 12,50% (metà rispetto agli altri depositi). Però ha aggiunto: "gli italiani non si devono preoccupare, non perderanno niente. Quello che perdono con le tasse gli verrà restituito aumentando gli interessi". Bingo.
In un colpo solo Goria è riuscito a far arrabbiare tutti. Cittadini compresi. Ma come, solo poco tempo fa aveva bollato come inutile scorciatoia la stessa proposta fatta dal premio Nobel Modigliani e ora…
2 ore dopo - Goria, ha cominciato a fare marcia indietro. Saranno tassati solo i titoli futuri. Ah beh….
4 ore dopo - Goria esclude la tassazione dei Bot.
Si scoprì che in realtà la proposta era di Visentini. che aveva mandato in avanscoperta Goria.
Quindi, ricapitolando: per mesi il Ministro del Tesoro dichiara che tassare i Bot è inutile. Poi (sollecitato da Visentini) dichiara che bisogna tassare i Bot. Poi dichiara “solo quelli futuri”. Poi dichiara che non cambierà niente perché saranno aumentati gli interessi. Poi che non se ne farà più niente. Come fai uno così a non nominarlo Presidente del Consiglio? Infatti tra poco...
Mentre si discute della finanziaria del 1987 il 1986 si è chiuso (così dicono e scrivono) come l’anno migliore per la finanza pubblica degli ultimi vent’anni (ma si è rispettato solo il deficit previsto...). La finanziaria ’86 aveva fissato il deficit in 110.000 miliardi. Si è arrestato a 109.830 miliardi. Naturalmente non è tutto merito del governo. Produzione in aumento, calo del prezzo del petrolio e inflazione in ribasso...Insomma, era il minimo. Anche se….
In realtà , mentre alla fine del 1985 il disavanzo di cassa e di competenza era praticamente alla pari, nel 1986 il disavanzo di competenza era superiore di ben 27.000 miliardi. Spese in circolazione che prima o poi……
Come sarà la finanziaria '87? Riuscirà Craxi a rispettare gli impegni presi? Difficile dirlo. Certo non è facile quando sai che te ne devi andare tra pochi mesi.
Il 3 ottobre sull'Avanti uscì un corsivo a firma Ghino di Tacco (alias Bettino Craxi) dove dichiarava che "il patto della staffetta non esiste e non è mai esistito". In pratica non esisteva nessun accordo per far succedere a marzo un democristiano alla guida del Paese. La replica di Mastella (stretto collaboratore di De Mita) fu un laconico "No Comment".
L'accordo forse non esisteva, ma tutti sapevamo come sarebbe andata a finire. Lo aveva detto De Mita. E lui non scherzava mai.
Al prossimo assalto alla diligenza…
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L'enorme debito pubblico che abbiamo (e che blocca il Paese), non è la conseguenza di chissà quali oscuri complotti, ma il risultato matematico dell’operato di governi con la complicità di buona parte del Paese.
Quei governi stavano mangiando il futuro dei nostri figli e a tutti stava bene.
Proprio a tutti no, ma questa è un'altra storia.
E lo chiamavano governare. (1) (2) 3 (4) (5) (6)
(7)
(8)
(9)
(10)
(11)
(12) (13)
8 agosto 1986
Oggi il secondo Governo Craxi ha ottenuto la fiducia alla Camera dopo quella al Senato. E’ il quarantatreesimo governo della Repubblica, il secondo della IX legislatura. Craxi sa benissimo che può continuare a occupare quella poltrona solo perché De Mita ha deciso che andare a elezioni in questo momento non gli conviene. Ancora troppo alto il consenso nel Paese del Presidente del Consiglio e poi tra poco c’è la finanziaria...
Ma una cosa è certa: lo stesso De Mita gli ha fatto capire in più occasioni che tra sei mesi deve togliersi dalle scatole. La Democrazia Cristiana deve tornare alla guida del Paese. Costi quel che costi.
27 agosto
Oggi si è riunito il governo per iniziare a discutere della nuova finanziaria. Sono presenti Craxi, Goria, Visentini, Romita, De Michelis e il liberale Zanone.
Dando uno sguardo al passato (per quanto riguarda la spesa pubblica) hanno poco da stare allegri.
Nella finanziaria ’85 il deficit era stato fissato a 96.300 miliardi. A Febbraio era stata ritoccato a 99.900 miliardi. A settembre (e avevano giurato tutti che questo sarebbe stato l’ultimo ritocco) a 106.700 miliardi. L’anno si era chiuso a – 112.000 miliardi. Un buco pari a un terzo delle spese. La vera democrazia del deficit. Spendere 350.000 miliardi quando ne incassi meno di 250.000. Grandi.
Craxi ha detto basta. Per il 1987 il deficit deve essere fissato assolutamente a 100.000 miliardi, non una lira di più, non una lira di meno. Non solo. Questa finanziaria, dice, deve essere ricordata come l’inizio di un risanamento totale. Interventi strutturali di riduzione della spesa, meno sprechi, eliminazione di distorsioni e privilegi dello stato sociale.
Tutto per liberare risorse da destinare all’occupazione.
Per ridurre sprechi e privilegi non bisogna nemmeno andare tanto lontano. Esiste o no la Commissione tecnica per la spesa pubblica?
L’ultimo documento sul tavolo del Governo riporta risparmi per: 16.000 miliardi nel ’86, 19.000 nel 1987, 22.000 nel 1988 e 24.000 miliardi nel 1989.
Le principali proposte per la riduzione della spesa consistono in: niente pensioni di reversibilità per chi percepisce due o più pensioni (salvo le minime), aumento dell’età pensionabile fino ad arrivare a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, pensioni di anzianità solo a chi ha lavorato almeno 25 anni (di contributi), controlli su tutte le esenzioni nella sanità. Per esempio: ci sono almeno due milioni di falsi invalidi e a questi dobbiamo dire basta. E poi ci sono i repubblicani e i liberali che spingono alla privatizzazione di Ina e Enel.
10 Settembre
I buoni proposti di riduzione della spesa si sono già arenati. Ma si sapeva. Tra pochi mesi ci sono le amministrative e sicuramente le politiche (De mita docet). Quindi? Cosa può fare la Dc? Assecondare Craxi e i suoi intenti di risanare il Paese e aumentargli a dismisura il già alto consenso? Giammai. Goria ha appena suggerito a Craxi di volare basso. Lui è democristiano, e questo si sa, ma è soprattutto a capo della Commissione tecnica della Spesa Pubblica (ed è il pupillo di De Mita, ma questo evita di dichiararlo). “Si fa presto a dire: niente pensione a chi non ne ha diritto”. Si fa presto anche a dire”privatizziamo”, o peggio “risaniamo la sanità”.
Quando un politico parla è necessario usare il traduttore automatico di politichese. Se Goria dice “si fa presto a dire risaniamo la sanità”, significa: “come puoi pretendere di farlo se le Usl, il ministero e tutto quello che riguarda la sanità è in mano al mio partito, la Democrazia Cristiana?” Così è più chiaro?
20 settembre
Tutto è fermo. In questo momento ci sono cose ben più importanti del risanamento del Paese. Per esempio le nomine delle banche pubbliche. Il mandato triennale è scaduto e come al solito è iniziato il ballo delle spartizioni. Di poltrone naturalmente.
Una cinquantina di banche pubbliche quindi presidenti, vice, amministratori delegati da nominare. Di regola non si sta troppo a guardare per il sottile: un posto a me, uno a te, un posto a un amico mio, uno posto a un amico tuo. E via così. Niente di complicato.
Questa volta però i socialisti si sono presentati un tantino più preparati. Un bel manualetto dove le banche sono state suddivise per “peso politico”. “E’ ora di finirla di assegnare le banche a caso., dicono, cerchiamo di essere più precisi”.
I socialisti non hanno fatto in tempo a cantare vittoria. Il Cicr (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio), sede istituzionale delle nomine, non ha accettato il manualetto. Chissà perchè. (Goria, ministro del Tesoro democristiano che presiede il comitato non vi dice niente?)
30 settembre
Oggi Goria ha fatto una dichiarazione. Una delle sue. Ha appena avvertito il Paese che da questo momento gli interessi sui titoli pubblici (ad oggi esentasse) saranno tassati del 12,50% (metà rispetto agli altri depositi). Però ha aggiunto: "gli italiani non si devono preoccupare, non perderanno niente. Quello che perdono con le tasse gli verrà restituito aumentando gli interessi". Bingo.
In un colpo solo Goria è riuscito a far arrabbiare tutti. Cittadini compresi. Ma come, solo poco tempo fa aveva bollato come inutile scorciatoia la stessa proposta fatta dal premio Nobel Modigliani e ora…
2 ore dopo - Goria, ha cominciato a fare marcia indietro. Saranno tassati solo i titoli futuri. Ah beh….
4 ore dopo - Goria esclude la tassazione dei Bot.
Si scoprì che in realtà la proposta era di Visentini. che aveva mandato in avanscoperta Goria.
Quindi, ricapitolando: per mesi il Ministro del Tesoro dichiara che tassare i Bot è inutile. Poi (sollecitato da Visentini) dichiara che bisogna tassare i Bot. Poi dichiara “solo quelli futuri”. Poi dichiara che non cambierà niente perché saranno aumentati gli interessi. Poi che non se ne farà più niente. Come fai uno così a non nominarlo Presidente del Consiglio? Infatti tra poco...
Mentre si discute della finanziaria del 1987 il 1986 si è chiuso (così dicono e scrivono) come l’anno migliore per la finanza pubblica degli ultimi vent’anni (ma si è rispettato solo il deficit previsto...). La finanziaria ’86 aveva fissato il deficit in 110.000 miliardi. Si è arrestato a 109.830 miliardi. Naturalmente non è tutto merito del governo. Produzione in aumento, calo del prezzo del petrolio e inflazione in ribasso...Insomma, era il minimo. Anche se….
In realtà , mentre alla fine del 1985 il disavanzo di cassa e di competenza era praticamente alla pari, nel 1986 il disavanzo di competenza era superiore di ben 27.000 miliardi. Spese in circolazione che prima o poi……
Come sarà la finanziaria '87? Riuscirà Craxi a rispettare gli impegni presi? Difficile dirlo. Certo non è facile quando sai che te ne devi andare tra pochi mesi.
Il 3 ottobre sull'Avanti uscì un corsivo a firma Ghino di Tacco (alias Bettino Craxi) dove dichiarava che "il patto della staffetta non esiste e non è mai esistito". In pratica non esisteva nessun accordo per far succedere a marzo un democristiano alla guida del Paese. La replica di Mastella (stretto collaboratore di De Mita) fu un laconico "No Comment".
L'accordo forse non esisteva, ma tutti sapevamo come sarebbe andata a finire. Lo aveva detto De Mita. E lui non scherzava mai.
Al prossimo assalto alla diligenza…
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L'enorme debito pubblico che abbiamo (e che blocca il Paese), non è la conseguenza di chissà quali oscuri complotti, ma il risultato matematico dell’operato di governi con la complicità di buona parte del Paese.
Quei governi stavano mangiando il futuro dei nostri figli e a tutti stava bene.
Proprio a tutti no, ma questa è un'altra storia.
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