Maggio 1979
Il ministro del Lavoro Scotti è abbastanza seccato. Sul tavolo l’ennesima patata bollente. Questa volta è il malumore del Paese a preoccuparlo; malumore derivante dall’ennesimo scandalo delle “pensioni d’oro”. “Com’è possibile esistano ancora casi del genere. Basta, dobbiamo porre rimedio”, continua a ripetere.
Il caso è quello del pilota collaudatore dell’Aeritalia Pietro Trevisan. Ha 50 anni e 16 anni di servizio effettivo. Dopo aver riscattato altri 15 anni di servizio militare ha chiesto all’INPS quanto dovuto. La cifra? Oltre un miliardo di lire come capitalizzazione della metà della pensione e un ulteriore assegno mensile di quasi cinque milioni di lire per il resto della vita. Assurdo, ma, incredibile a dirsi, tutto regolare.
Come suo diritto, il comandante Trevisan ha scelto i dodici mesi più favorevoli dell'ultimo triennio, e cioè il 1978, con retribuzione pari a lire 133 milioni 345 mila/anno. (Appena due anni prima, nel 1976 la sua retribuzione era pari a 46 milioni di Lire/anno. Essendo prossimo alla pensione qualcuno aveva provveduto gentilmente ad aumentargli lo stipendio).
Su questo «stipendio», avendo raggiunta l'anzianità necessaria, spetta al pilota una pensione annua pari al 93 per cento: quindi 124 milioni 10.850, quasi dieci milioni al mese. (93% avete capito bene) «All'origine di una cifra tanto alta — spiegano i funzionari Inps di Roma — ci sono almeno tre fattori: innanzitutto il forte stipendio dell'ultimo anno; poi il privilegio concesso ai piloti (e ad altre categorie) di scegliere come base per la pensione i 12 mesi più favorevoli, invece della media tra stipendi di più anni; infine la mancanza di un "tetto" che limiti queste pensioni». Il passo successivo verso la «capitalizzazione» non appare, a questo punto, particolarmente scandaloso.
Ecco il meccanismo, spiegato dal dottor Spinelli del «Fondo Volo» Inps, (il fondo che gestisce le pensioni del personale di volo): «La legge 13 luglio '65, n. 859 consente all'art. 34 la liquidazione in capitale di parte della pensione, fino ad un massimo del 50 per cento. Per esempio: su 10 milioni al mese di pensione se ne riscuotono solo cinque, rinunciando all'altra metà, che viene capitalizzata attraverso parametri e conteggi complessi. Alla base di tutto c'è l'età del soggetto: secondo tabelle sulle previsioni di vita la parte di pensione rinunciata viene moltiplicata per cinque, dieci o vent'anni». E' cosi che i cinque milioni mensili del comandante Trevisan (circa 60 all'anno) moltiplicati per 15 o vent'anni di «possibile fruizione di pensione», diventano un miliardo da ritirare a pronta cassa, detratte alla fonte ritenute erariali per circa 300 milioni. «In definitiva, 700 milioni puliti oltre alla pensione, dimezzata, di cinque milioni al mese — sottolineano all'Inps — senza nulla di irregolare.
Già, tutto regolare. Peccato che il “Fondo Volo” sia continuamente in rosso. In questo momento il deficit è di 2 miliardi di Lire. (Ma allora a pagare saranno i soliti noti!! Appunto) Molte le categorie a cui la legge offre tale possibilità (tra dì esse anche il personale Inps, fino ad un quarto di pensione capitalizzabile, e molte categorie gestite con fondi speciali di previdenza); Purtroppo nessuno ha messo ancora un limite che impedirebbe almeno di arrivare a queste cifre da capogiro. Per questo i sindacati hanno chiesto l'intervento del governo: «Bisogna impedire che vengano gonfiate artificialmente le retribuzioni di base e stabilire un tetto alle pensioni d'oro, altrimenti per l'istituto di previdenza sarà la bancarotta».
Come andò a finire.
15 Giugno 1979
28 Luglio 1979
2 Dicembre 1979
12 Marzo 1980
10 Ottobre 1984
Il ministro del Lavoro Scotti è abbastanza seccato. Sul tavolo l’ennesima patata bollente. Questa volta è il malumore del Paese a preoccuparlo; malumore derivante dall’ennesimo scandalo delle “pensioni d’oro”. “Com’è possibile esistano ancora casi del genere. Basta, dobbiamo porre rimedio”, continua a ripetere.
Il caso è quello del pilota collaudatore dell’Aeritalia Pietro Trevisan. Ha 50 anni e 16 anni di servizio effettivo. Dopo aver riscattato altri 15 anni di servizio militare ha chiesto all’INPS quanto dovuto. La cifra? Oltre un miliardo di lire come capitalizzazione della metà della pensione e un ulteriore assegno mensile di quasi cinque milioni di lire per il resto della vita. Assurdo, ma, incredibile a dirsi, tutto regolare.
Come suo diritto, il comandante Trevisan ha scelto i dodici mesi più favorevoli dell'ultimo triennio, e cioè il 1978, con retribuzione pari a lire 133 milioni 345 mila/anno. (Appena due anni prima, nel 1976 la sua retribuzione era pari a 46 milioni di Lire/anno. Essendo prossimo alla pensione qualcuno aveva provveduto gentilmente ad aumentargli lo stipendio).
Su questo «stipendio», avendo raggiunta l'anzianità necessaria, spetta al pilota una pensione annua pari al 93 per cento: quindi 124 milioni 10.850, quasi dieci milioni al mese. (93% avete capito bene) «All'origine di una cifra tanto alta — spiegano i funzionari Inps di Roma — ci sono almeno tre fattori: innanzitutto il forte stipendio dell'ultimo anno; poi il privilegio concesso ai piloti (e ad altre categorie) di scegliere come base per la pensione i 12 mesi più favorevoli, invece della media tra stipendi di più anni; infine la mancanza di un "tetto" che limiti queste pensioni». Il passo successivo verso la «capitalizzazione» non appare, a questo punto, particolarmente scandaloso.
Ecco il meccanismo, spiegato dal dottor Spinelli del «Fondo Volo» Inps, (il fondo che gestisce le pensioni del personale di volo): «La legge 13 luglio '65, n. 859 consente all'art. 34 la liquidazione in capitale di parte della pensione, fino ad un massimo del 50 per cento. Per esempio: su 10 milioni al mese di pensione se ne riscuotono solo cinque, rinunciando all'altra metà, che viene capitalizzata attraverso parametri e conteggi complessi. Alla base di tutto c'è l'età del soggetto: secondo tabelle sulle previsioni di vita la parte di pensione rinunciata viene moltiplicata per cinque, dieci o vent'anni». E' cosi che i cinque milioni mensili del comandante Trevisan (circa 60 all'anno) moltiplicati per 15 o vent'anni di «possibile fruizione di pensione», diventano un miliardo da ritirare a pronta cassa, detratte alla fonte ritenute erariali per circa 300 milioni. «In definitiva, 700 milioni puliti oltre alla pensione, dimezzata, di cinque milioni al mese — sottolineano all'Inps — senza nulla di irregolare.
Già, tutto regolare. Peccato che il “Fondo Volo” sia continuamente in rosso. In questo momento il deficit è di 2 miliardi di Lire. (Ma allora a pagare saranno i soliti noti!! Appunto) Molte le categorie a cui la legge offre tale possibilità (tra dì esse anche il personale Inps, fino ad un quarto di pensione capitalizzabile, e molte categorie gestite con fondi speciali di previdenza); Purtroppo nessuno ha messo ancora un limite che impedirebbe almeno di arrivare a queste cifre da capogiro. Per questo i sindacati hanno chiesto l'intervento del governo: «Bisogna impedire che vengano gonfiate artificialmente le retribuzioni di base e stabilire un tetto alle pensioni d'oro, altrimenti per l'istituto di previdenza sarà la bancarotta».
Come andò a finire.
15 Giugno 1979
28 Luglio 1979
2 Dicembre 1979
12 Marzo 1980
10 Ottobre 1984
Alla prossima.
Johannes Bückler
P.S. E la legge che permetteva tutto ciò? Fu naturalmente abolita. Ma con i tempi giusti (sich!!) quando si tratta di cancellare certi privilegi. Con calma, senza fretta.
Sul sito dell’INPS si legge : “dal 1 Gennaio 2005 (per quanto riguarda il Fondo volo) non è più applicabile la capitalizzazione di quote di pensione.”
Che dire. Meglio tardi che mai. Prosit.
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