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domenica 24 novembre 2013

Badare solo alla cassa non sempre basta.


Caro Direttore,
ogni giorno ci viene ripetuto che “la disciplina della finanza pubblica è necessaria”.
Giusto, giustissimo, finalmente verrebbe da dire. Ma mi chiedo: pensiamo veramente che i problemi attuali del Paese siano solo di tipo economico? Che basti riformare la politica, il lavoro o le pensioni per rimettere tutte le cose al loro posto?
Insomma, che basti fare cassa (senza preoccuparsi dei danni collaterali) per sistemare questo Paese? A quanto pare sembra di sì, poiché in questa direzione sono andati (o stanno andando) molti dei provvedimenti in discussione in Parlamento.
Sei convinto che le multe siano sanzioni dovute a comportamenti scorretti? E quando mai. Paga entro 5 giorni che ti faccio lo sconto.
Una sentenza della Corte dei Conti multa di 2,5 miliardi i concessionari delle slot perché le macchinette a suo tempo non erano collegate alla rete telematica come previsto per legge? Va beh, scendiamo a 500 milioni e chi si è visto si è visto, e al diavolo quelli che le leggi le rispettano. Ci sono 150 miliardi l’anno di evasione fiscale?
Facciamo che i soldi intanto li prendiamo ai pensionati (blocco indicizzazione) e nel frattempo vediamo di quanto scontare chi ha portato illegalmente soldi all’estero. (E per non farci mancare niente è di questi giorni la proposta di condonare persino le sanzioni Equitalia.)
Ma via, pensate veramente di poter recuperare decenni di finanze allegre con questi provvedimenti?
Pensate che si possa continuare a tartassare le persone oneste lasciando nel frattempo gli evasori a farsi beffe di noi?
Diciamo la verità. Io non sono spaventato dallo spread e dal debito pubblico. Sono terrorizzato dalla mancanza di onestà, giustizia sociale e senso civico, quello sì. Preoccupato, perché nessun sistema economico può prosperare e migliorare senza il rispetto delle regole.
E poiché sono proprio i provvedimenti di questo tipo che hanno tracciato l’attuale distanza che separa i cittadini da un vero senso civile di rispetto verso lo Stato (e tutte le sue istituzioni), un invito: fermatevi, prima che sia troppo tardi.

Un caro saluto

Johannes Bückler

24 Novembre 2013 Corriere della Sera - Bergamo - Leggi >>>>>

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