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domenica 1 settembre 2013

Modena, operai vanno in ferie e l’azienda trasloca in Polonia.

Modena, operai vanno in ferie e intanto l’azienda trasloca in Polonia. Leggi qui >>>>> 

Caro Johannes,
chissà in quanti siamo rimasti colpiti dal passaggio di questa notizia sui media nazionali.
Chissà in quanti abbiamo provato solidarietà umana per quei lavoratori.
Deve essere terribile scoprire improvvisamente la scomparsa, in questo caso, fisica del proprio lavoro.
Altresì pensavo, chissà quanti di questi lavoratori, negli ultimi 5 anni, si sono trovati nella necessità di cambiare i serramenti di casa.

Grazie al 55% degli incentivi fiscali, che è una ghiotta opportunità, si sono recati presso un rivenditore dove hanno scoperto che è possibile ottenere un risparmio del 20% acquistando dei serramenti in PVC prodotti in Polonia.
Il rivenditore in questione non perde occasione per specificare al lavoratore della Firem che i semilavorati utilizzati sono di ottima qualità, si tratta di profilati in pvc tedeschi, ferramenta austriaca, vetri francesi, e prezzi molto più interessanti delle finestre prodotti in Italia con le medesime materie prime.

E' facile giustificare l'arcano, riferisce il rivenditore: "in Polonia i lavoratori costano all'impresa un quarto di quanto costano al concorrente italiano e visto che questo tipo di impresa MANIFATTURIERA, mediamente ha un'incidenza del costo del personale intorno al 20%, ecco che salta fuori un primo 15% di risparmio, mettici poi minor costo dell'energia , del gas, e balzelli vari e tutto diventa chiaro".
Io di mio aggiungo, metti pure l'azzeramento dei costi di ammortamento per le immobilizzazioni industriali, visto che i colleghi polacchi hanno saputo sapientemente sfruttare i contributi europei. Come concludiamo: Globalizzazione? Libera circolazione delle merci all'interno della comunità? Comprensibile aggressività di paesi in via di sviluppo?
Oppure legge del contrappasso? Ognuno scelga la sua.

Stasera, molti rivenditori ITALIANI dei serramenti polacchi , rumeni, bulgari eccetera, mangeranno pesce fritto e patatine a qualche festa dell'unità . Qualcuno di loro il primo maggio sventolerà la bandiera rossa e l'indomani non si porrà il problema degli operai rumeni a 200 euro al mese. Del resto business is business.
Sul bilancio pubblico, occorrono un paio di miliardi di euro l'anno per sostenere il 55% di bonus fiscali, purtroppo una parte vanno a favore di imprese dell'est, giustamente ormai comunitarie!
Quando le imprese italiane vendono in Russia, in nord Africa o peggio ancora in Brasile, devono fare di conto con pesanti barriere doganali all'ingresso.
Paradossale, vero!

Saluti.

Francesco Mangione - Presidente di SPI Finestre


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