Caro Johannes,
leggendo i dati sul mancato recupero di Equitalia (Leggi relazione >>>>> ) forse si comprende il perché ci identifichiamo in Buckler. Come dice il motto: cittadini che non capiscono; ovvero, forse a consolazione, capiscono in senso socratico, cioè capiscono di non di capire.
Veniamo al tema. Sapere che la "demonizzazione" di Equitalia si colloca all'interno di un contesto in cui il potenzialmente recuperabile viene "realisticamente" ridotto dell' 80% dal fisco e del 44% dall'Inps, appare assai deprimente. Sappiamo da sempre che non conta tanto quanto si accerta, ma quanto si porta "in cassa" effettivamente.
La Guardia di Finanza quando comunica i dati relativi alla propria attività' finalizzata alla lotta all'evasione fa riferimento ai processi verbali di verifica, cioè alle proprie conclusioni che sono, molto spesso, ben meno consistenti di quanto si traduce in avvisi di accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Quest'ultima, poi, si rapporta con il (presunto) evasore e nella fase pre-contenziosa (acquiescenza/accertamento con adesione/mediazione) lascia per strada una parte delle proprie (teoriche) pretese e per quanto viene portato davanti al giudice tributario più o meno recupera il 50% (pochi anni fa la percentuale era molto più bassa, ma non esistevano gli attuali strumenti giuridici "deterrenti", finalizzati ad eliminare le classiche pretese assurde e infondate). Giova anche segnalare che lo sbandierato recupero di più di 12 milioni (Befera, pochi mesi addietro) si riduce a poco più di 7 milioni, depurando il dato della semplice correzione di errori in dichiarazione (niente a che fare con l'occultamento di materia imponibile).
Alla fine di questo articolato percorso di "dimagrimento" del recupero teorico scopriamo che ben che vada, non riusciremo a incassare se non un misero 20%. Ovviamente c'è qualcosa che non funziona, ma non e' certo "limando le unghie" all'esattore che si può sperare in un'inversione di tendenza!
Inoltre, restringendo l'angolo visuale allo specifico interrogativo retorico che mi hai posto, anch'io ho la sensazione che quei "famosi" 121.000, da "portata minima" di 500.000 euro, non siano nemmeno lontani parenti dei possibili (?) "evasori da sopravvivenza".
Conclusione? Consoliamoci, forse ingenuamente, aggrappandoci al "segnale" di questi giorni: un noto superpotente, un intoccabile, un emblema della casta, di quel potere che della lotta che accomuna noi Buckler ne aveva fatto una semplice miserrima foglia di fico, e' stato condannato in via definitiva per evasione fiscale.
Che sia la volta buona, che si possa finalmente voltare pagina? Mai dire mai. Il colibrì e i suoi seguaci continuino a fare quanto "sentono" e a sperare.
La via di Damasco e' ancora lunga... Un abbraccio consolatorio.
Samuel Adams
leggendo i dati sul mancato recupero di Equitalia (Leggi relazione >>>>> ) forse si comprende il perché ci identifichiamo in Buckler. Come dice il motto: cittadini che non capiscono; ovvero, forse a consolazione, capiscono in senso socratico, cioè capiscono di non di capire.
Veniamo al tema. Sapere che la "demonizzazione" di Equitalia si colloca all'interno di un contesto in cui il potenzialmente recuperabile viene "realisticamente" ridotto dell' 80% dal fisco e del 44% dall'Inps, appare assai deprimente. Sappiamo da sempre che non conta tanto quanto si accerta, ma quanto si porta "in cassa" effettivamente.
La Guardia di Finanza quando comunica i dati relativi alla propria attività' finalizzata alla lotta all'evasione fa riferimento ai processi verbali di verifica, cioè alle proprie conclusioni che sono, molto spesso, ben meno consistenti di quanto si traduce in avvisi di accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Quest'ultima, poi, si rapporta con il (presunto) evasore e nella fase pre-contenziosa (acquiescenza/accertamento con adesione/mediazione) lascia per strada una parte delle proprie (teoriche) pretese e per quanto viene portato davanti al giudice tributario più o meno recupera il 50% (pochi anni fa la percentuale era molto più bassa, ma non esistevano gli attuali strumenti giuridici "deterrenti", finalizzati ad eliminare le classiche pretese assurde e infondate). Giova anche segnalare che lo sbandierato recupero di più di 12 milioni (Befera, pochi mesi addietro) si riduce a poco più di 7 milioni, depurando il dato della semplice correzione di errori in dichiarazione (niente a che fare con l'occultamento di materia imponibile).
Alla fine di questo articolato percorso di "dimagrimento" del recupero teorico scopriamo che ben che vada, non riusciremo a incassare se non un misero 20%. Ovviamente c'è qualcosa che non funziona, ma non e' certo "limando le unghie" all'esattore che si può sperare in un'inversione di tendenza!
Inoltre, restringendo l'angolo visuale allo specifico interrogativo retorico che mi hai posto, anch'io ho la sensazione che quei "famosi" 121.000, da "portata minima" di 500.000 euro, non siano nemmeno lontani parenti dei possibili (?) "evasori da sopravvivenza".
Conclusione? Consoliamoci, forse ingenuamente, aggrappandoci al "segnale" di questi giorni: un noto superpotente, un intoccabile, un emblema della casta, di quel potere che della lotta che accomuna noi Buckler ne aveva fatto una semplice miserrima foglia di fico, e' stato condannato in via definitiva per evasione fiscale.
Che sia la volta buona, che si possa finalmente voltare pagina? Mai dire mai. Il colibrì e i suoi seguaci continuino a fare quanto "sentono" e a sperare.
La via di Damasco e' ancora lunga... Un abbraccio consolatorio.
Samuel Adams
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