Qualche giorno fa su Italians di Beppe Severgnini è apparsa questa lettera dal titolo "L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo".
La potete trovare qui >>>>>. Bückler ha voluto dire la sua.
Caro Beppe, ho letto lo sfogo di Aldo “l’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo”.
Mi chiedo se sia questa la conclusione che possa descrivere al meglio il momento che stiamo attraversando.
Per carità, basta sfogliare un giornale per avere la netta impressione che la nave stia per affondare.
Una nave dove la ciurma è stanca e confusa e dove i timonieri, in un continuo alternarsi, sono spesso incapaci di deciderne la rotta.
Dove molta parte dell’equipaggio passa il tempo a praticare lo sport nazionale del lamento continuo e dove molti, spacciandosi per economisti, non perdono occasione per prefigurarne a breve l’affondamento.
Fortunatamente, essendo economisti all’amatriciana, la cosa va avanti da anni.
Certamente il momento è difficile, ma siamo veramente sicuri che i quattro cavalieri dell’Apocalisse abbiano ormai scelto il nostro Paese per la loro ultima cavalcata?
Ho qualche anno più di Aldo, e da decenni sento parlare dell’Italia come di un Paese invivibile, di un Paese in perenne agonia.
Eppure siamo ancora qui e, accidenti, siamo o non siamo diventati un grande Paese?
Certo, il quadro a volte è desolante: evasione fiscale e corruzione, sprechi di risorse immani e una politica capace a volte di creare problemi invece di dare soluzioni.
Non parliamo poi del senso civico ormai prossimo allo zero. In un Paese con senso civico appena sufficiente i cittadini dovrebbero essere orgogliosi di contribuire a tenere a galla la nave.
Tutti, e non i soliti noti.
Però prendiamo atto che la nave è robusta, e nel tempo ha dimostrato di poter resistere a tempeste ben più terribili trovando persino la forza per arrivare in acque più tranquille.
E vogliamo proprio dirla tutta? Nonostante timonieri spesso in altre faccende affaccendati (l’ho detto).
Quindi? Ora che la nave è nell’ennesima tempesta, che facciamo? Facciamo quelli che scappano?
Imbarchiamo acqua e corriamo alla prima scialuppa piuttosto che metterci a lavorare di secchio?
Aldo conclude dicendo: “Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove”.
Per darla vinta a loro? No, grazie.
Johannes Bückler
06 Luglio 2013 Corriere della Sera - Italians di Beppe Severgnini - Vedi qui >>>>>
La potete trovare qui >>>>>. Bückler ha voluto dire la sua.
Caro Beppe, ho letto lo sfogo di Aldo “l’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo”.
Mi chiedo se sia questa la conclusione che possa descrivere al meglio il momento che stiamo attraversando.
Per carità, basta sfogliare un giornale per avere la netta impressione che la nave stia per affondare.
Una nave dove la ciurma è stanca e confusa e dove i timonieri, in un continuo alternarsi, sono spesso incapaci di deciderne la rotta.
Dove molta parte dell’equipaggio passa il tempo a praticare lo sport nazionale del lamento continuo e dove molti, spacciandosi per economisti, non perdono occasione per prefigurarne a breve l’affondamento.
Fortunatamente, essendo economisti all’amatriciana, la cosa va avanti da anni.
Certamente il momento è difficile, ma siamo veramente sicuri che i quattro cavalieri dell’Apocalisse abbiano ormai scelto il nostro Paese per la loro ultima cavalcata?
Ho qualche anno più di Aldo, e da decenni sento parlare dell’Italia come di un Paese invivibile, di un Paese in perenne agonia.
Eppure siamo ancora qui e, accidenti, siamo o non siamo diventati un grande Paese?
Certo, il quadro a volte è desolante: evasione fiscale e corruzione, sprechi di risorse immani e una politica capace a volte di creare problemi invece di dare soluzioni.
Non parliamo poi del senso civico ormai prossimo allo zero. In un Paese con senso civico appena sufficiente i cittadini dovrebbero essere orgogliosi di contribuire a tenere a galla la nave.
Tutti, e non i soliti noti.
Però prendiamo atto che la nave è robusta, e nel tempo ha dimostrato di poter resistere a tempeste ben più terribili trovando persino la forza per arrivare in acque più tranquille.
E vogliamo proprio dirla tutta? Nonostante timonieri spesso in altre faccende affaccendati (l’ho detto).
Quindi? Ora che la nave è nell’ennesima tempesta, che facciamo? Facciamo quelli che scappano?
Imbarchiamo acqua e corriamo alla prima scialuppa piuttosto che metterci a lavorare di secchio?
Aldo conclude dicendo: “Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove”.
Per darla vinta a loro? No, grazie.
Johannes Bückler
06 Luglio 2013 Corriere della Sera - Italians di Beppe Severgnini - Vedi qui >>>>>
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