Caro Johannes,
leggo svariati, spesso acuti, interventi sulla stampa. Fra questi Penati su Repubblica, che lamenta la mancanza in Italia di un soggetto "aggregatore", Castronovo sul Sole 24 ore che ne ritrova la causa nelle difficoltà connesse col ricambio generazionale e nella mancanza " nel nostro sistema finanziario di sponde adeguate" ecc.
Sul primo punto non conosco abbastanza l'azienda Loro Piana per esprimermi. Rilevo tuttavia che l'eventuale erede di una qualsiasi PMI italiana, beninteso se la vita gli riserva delle alternative, per accettarne la successione deve essere animato da forte passione e non da motivazioni economiche. Infatti la tassazione (company tax rate) è la più alta d'Europa.
Ad essa va aggiunta l'imposizione personale sui dividendi e, se il soggetto ricopre come è normale la carica di Amministratore Delegato, va ancora aggiunto il carico dei contributi INPS (in ogni caso dovuti da qualsiasi amministratore che non lavori gratis!).
Sul secondo punto i problemi, insolubili, nascono dal nostro sistema bancario. Ipotizziamo infatti il caso opposto, cioè che una azienda italiana voglia acquistarne una francese. Se Castronovo ha ragione (e io, nella mia modesta esperienza, purtroppo concordo) è molto probabile che l'azienda italiana incontri mille difficoltà nell'ottenere il finanziamento.
Il punto, a mio parere, è che il nostro sistema bancario paga un vizio d'origine e cioè la proprietà attribuita, a suo tempo, alle Fondazioni bancarie. Queste sono costruzioni intelligenti che risolsero brillantemente un problema ( non per nulla le pensò un politico di rara qualità) ma ahimè autoreferenziali e alla fine fondate sulla "politica di relazioni".
L'imprenditoria e il rischio stanno altrove.
Non che in Francia non esista la politica di relazioni (il caso Tapie insegna) ma lì non esiste solo quella. Da noi le Banche si sono sbilanciate per la Sai-Fondiaria di Ligresti, per la Carlo Tassara di Zaleski, per la Risanamento di Zunino ecc.
E non per nulla un astuto signore franco-polacco è venuto da noi a fare la sua corsa indebitandosi ben bene. Qualche volta le Procure intervengono, e bene fanno, ma non c'è mai un padrone che si incavola.
Questo è il problema.
Cordiali saluti
VANNI PAOLETTI, Cavaliere del Lavoro
leggo svariati, spesso acuti, interventi sulla stampa. Fra questi Penati su Repubblica, che lamenta la mancanza in Italia di un soggetto "aggregatore", Castronovo sul Sole 24 ore che ne ritrova la causa nelle difficoltà connesse col ricambio generazionale e nella mancanza " nel nostro sistema finanziario di sponde adeguate" ecc.
Sul primo punto non conosco abbastanza l'azienda Loro Piana per esprimermi. Rilevo tuttavia che l'eventuale erede di una qualsiasi PMI italiana, beninteso se la vita gli riserva delle alternative, per accettarne la successione deve essere animato da forte passione e non da motivazioni economiche. Infatti la tassazione (company tax rate) è la più alta d'Europa.
Ad essa va aggiunta l'imposizione personale sui dividendi e, se il soggetto ricopre come è normale la carica di Amministratore Delegato, va ancora aggiunto il carico dei contributi INPS (in ogni caso dovuti da qualsiasi amministratore che non lavori gratis!).
Sul secondo punto i problemi, insolubili, nascono dal nostro sistema bancario. Ipotizziamo infatti il caso opposto, cioè che una azienda italiana voglia acquistarne una francese. Se Castronovo ha ragione (e io, nella mia modesta esperienza, purtroppo concordo) è molto probabile che l'azienda italiana incontri mille difficoltà nell'ottenere il finanziamento.
Il punto, a mio parere, è che il nostro sistema bancario paga un vizio d'origine e cioè la proprietà attribuita, a suo tempo, alle Fondazioni bancarie. Queste sono costruzioni intelligenti che risolsero brillantemente un problema ( non per nulla le pensò un politico di rara qualità) ma ahimè autoreferenziali e alla fine fondate sulla "politica di relazioni".
L'imprenditoria e il rischio stanno altrove.
Non che in Francia non esista la politica di relazioni (il caso Tapie insegna) ma lì non esiste solo quella. Da noi le Banche si sono sbilanciate per la Sai-Fondiaria di Ligresti, per la Carlo Tassara di Zaleski, per la Risanamento di Zunino ecc.
E non per nulla un astuto signore franco-polacco è venuto da noi a fare la sua corsa indebitandosi ben bene. Qualche volta le Procure intervengono, e bene fanno, ma non c'è mai un padrone che si incavola.
Questo è il problema.
Cordiali saluti
VANNI PAOLETTI, Cavaliere del Lavoro
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