Dopo l'intervento di Bückler (Leggi qui) che auspicava una stabilizzare la detrazione del 55% sulle spese per la riqualificazione energetica degli edifici, il Corriere della Sera ha pubblicato questo commento della Federazione Industrie prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni (Finco)
Gentile Direttore,
facciamo riferimento all’interessante lettera di Johannes Bückler pubblicata il 13 maggio 2013 sul Corriere della Sera e condividiamo pienamente l’appello volto alla stabilizzazione della detrazione del 55%.
Anche Finco (Federazione Industrie prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni) avverte la necessità della stabilizzazione del bonus del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici al 2020.
Nel dare concreta applicazione ai principi espressi nella SEN – Strategia Energetica Nazionale – si dovrebbe distinguere la detrazione a seconda del periodo di ammortamento scelto dal contribuente: 50% per 3 anni, 55% per 5 anni, 60% per 10 anni, garantendo comunque il regime massimo laddove la riqualificazione energetica sia associata a quella sismica, indipendentemente dalla tempistica.
Essa contribuirebbe, oltre che alla efficientizzazione e messa in sicurezza del costruito nazionale (residenziale e terziario, ivi inclusi gli immobili strumentali), all’emersione del lavoro nero, all’abbattimento delle emissioni di CO2, nonché a corroborare una parte vitale dell’industria nazionale e della connessa occupazione.
Da valutare eventuali modalità di implementazione della misura con meccanismi percentuali premiali ma non obbligatori rispetto all’intervento sul pieno edificio, oltre che con l’allargamento ad interventi ulteriori come l’installazione di schermature solari, la copertura e l’isolamento con tetti e/o pareti erbose etc.
In un Paese privo di risorse minerarie, i nostri “giacimenti” ("il nostro petrolio”) sono costituiti dall’efficienza energetica e dall’enorme possibilità di risparmio (con il conseguente abbattimento delle bollette dei consumatori e dello Stato) che possiamo ottenere agendo sul nostro patrimonio immobiliare, specie quello esistente, nonché sulla sua messa in sicurezza per evitare i costi di ricostruzione. Per quanto riguarda il settore industriale, attraverso l’“Emission Trading Scheme”, si sta infatti agendo già abbastanza. Occorre considerare che questa misura farebbe emergere ulteriori redditi, quindi imposte e sarebbe positiva già nel medio periodo, tenuto anche conto della minore esposizione in termini di penali CO2 che il Paese dovrebbe sopportare, dell’energia risparmiata, dell’occupazione creata o mantenuta. Ma anche dell’incremento delle entrate dello Stato, a copertura della stessa misura, attraverso l’IVA recuperata, IRAP, IRPEF ed IRES aumentate, nonché l’indotto generato e l’impatto anticongiunturale.
Cordiali saluti.
Fabio Sergio Brivio - Consigliere Incaricato Finco per la sostenibilità
Gentile Direttore,
facciamo riferimento all’interessante lettera di Johannes Bückler pubblicata il 13 maggio 2013 sul Corriere della Sera e condividiamo pienamente l’appello volto alla stabilizzazione della detrazione del 55%.
Anche Finco (Federazione Industrie prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni) avverte la necessità della stabilizzazione del bonus del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici al 2020.
Nel dare concreta applicazione ai principi espressi nella SEN – Strategia Energetica Nazionale – si dovrebbe distinguere la detrazione a seconda del periodo di ammortamento scelto dal contribuente: 50% per 3 anni, 55% per 5 anni, 60% per 10 anni, garantendo comunque il regime massimo laddove la riqualificazione energetica sia associata a quella sismica, indipendentemente dalla tempistica.
Essa contribuirebbe, oltre che alla efficientizzazione e messa in sicurezza del costruito nazionale (residenziale e terziario, ivi inclusi gli immobili strumentali), all’emersione del lavoro nero, all’abbattimento delle emissioni di CO2, nonché a corroborare una parte vitale dell’industria nazionale e della connessa occupazione.
Da valutare eventuali modalità di implementazione della misura con meccanismi percentuali premiali ma non obbligatori rispetto all’intervento sul pieno edificio, oltre che con l’allargamento ad interventi ulteriori come l’installazione di schermature solari, la copertura e l’isolamento con tetti e/o pareti erbose etc.
In un Paese privo di risorse minerarie, i nostri “giacimenti” ("il nostro petrolio”) sono costituiti dall’efficienza energetica e dall’enorme possibilità di risparmio (con il conseguente abbattimento delle bollette dei consumatori e dello Stato) che possiamo ottenere agendo sul nostro patrimonio immobiliare, specie quello esistente, nonché sulla sua messa in sicurezza per evitare i costi di ricostruzione. Per quanto riguarda il settore industriale, attraverso l’“Emission Trading Scheme”, si sta infatti agendo già abbastanza. Occorre considerare che questa misura farebbe emergere ulteriori redditi, quindi imposte e sarebbe positiva già nel medio periodo, tenuto anche conto della minore esposizione in termini di penali CO2 che il Paese dovrebbe sopportare, dell’energia risparmiata, dell’occupazione creata o mantenuta. Ma anche dell’incremento delle entrate dello Stato, a copertura della stessa misura, attraverso l’IVA recuperata, IRAP, IRPEF ed IRES aumentate, nonché l’indotto generato e l’impatto anticongiunturale.
Cordiali saluti.
Fabio Sergio Brivio - Consigliere Incaricato Finco per la sostenibilità
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