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sabato 19 gennaio 2013

L'evasione fiscale in campagna elettorale.

Caro Johannes,
siamo in piena campagna elettorale e, come sempre succede, chiunque si proponga per raccogliere consenso, "inverte" il senso di marcia del tema fiscale.
La lotta all'evasione, da bandiera innalzata fino al giorno prima come simbolo di una voglia di cambiamento per rendere più' equa e civile la società in cui viviamo, diviene di colpo uno sterile slogan, decisamente surclassato dall'enfatico "grido di dolore" che attraversa lo "stivale" per sottolineare il primario obiettivo di chi si candida, quello di ridurre il peso fiscale divenuto insostenibile per ogni cittadino.
Che dire? Sicuramente l'argomento ha forte presa elettorale e, tra i destinatari del messaggio, ben pochi ne intravedono la sterilità.
Questo modo di procedere, infatti, non porterà' da nessuna parte: non a una societa' piu' equa (non e' forse anche questo un nobile obiettivo della politica?); non a un processo di risanamento del debito pubblico, "palla al piede" storica che impedisce al paese di crescere da almeno un ventennio (ridurre le spese e combattere l'evasione per poter contenere e ridistribuire il giusto e necessario contributo di ogni componente della collettività al fine di far funzionare la "macchina sociale").
Noi Buckler, pero', siamo testardi e non ci facciamo distrarre; a costo di attirarci impopolarità continuiamo, anche sotto elezioni, a perseguire i nostri obiettivi senza sovvertirne la gerarchia.
L'evasione fiscale resta sul podio e, al riguardo, vorrei qui sottolineare il mio profondo stupore nel constatare il generalizzato dissenso verso il "redditometro", marchingegno non nuovo, recentemente rivisitato e messo in pista quale strumento idoneo a tentare di ricomporre a livelli meno patologici il tasso di evasione.
I media, gli esperti, i rappresentanti delle varie categorie economiche, tutti a criticare tale "strumento", da rifiutare vuoi per fuorvianti carenze tecniche idonee a generare falsi evasori, vuoi per la sicura conseguenza dell'azzeramento della volontà' consumistica, vuoi per manifesta finalita' di instaurare ingerenze nella vita dei cittadini, quando non addirittura uno Stato di polizia e così via.
Anch'io sono convinto che il redditometro abbia dei difetti, ma nel senso opposto di quello che paventano i richiamati detrattori (mi fermo perché l'analisi mi porterebbe lontano).
In ogni caso, valutandolo per quello che oggi ci viene proposto, occorre plaudire a un sistema che, quanto meno, tenta di abbattere quella che a me pare la "fascia" più intollerabile dell'evasione fiscale: la mancata copertura del tenore di vita.
Se spendo 100, sicuramente devo aver guadagnato qualcosa in più (reddito lordo) che (pagate le tasse) mi abbia consentito di avere una capacita' di spesa (reddito netto) di 100; in caso contrario le mie spese (cioè il mio tenore di vita) restano a carico di quella parte della comunità costituita dai contribuenti onesti (cioè i più fessi).
Il redditometro, con grandi approssimazioni tutte a favore del contribuente, tende a questo semplice ma importante obiettivo, imperniato sulla banale ed elementare constatazione che quanto spendo lo devo aver guadagnato: se ho il Suv, devo potermelo permettere con il mio "reddito dichiarato", altrimenti sono "altri" che me lo hanno pagato e me lo mantengono.
Calano gli acquisti? Evidentemente perché molti erano effettuati da " veri benestanti" mascherati da "finti poveri": questi ultimi si dovranno rassegnare ad uscire allo scoperto dal punto di vista reddituale, così potranno godersi il meritato benessere senza sfruttare simbiosi parassitarie a carico degli onesti contribuenti.
Ridicoli, perché infondati, i tentativi di "terrorizzare" i genitori e i nonni che aiutano economicamente figli e nipoti: la tracciabilita' dei loro interventi economici e' facilissima e il Fisco vedrà immediatamente soddisfatta la propria curiosità, senza poter procedere oltre a danno del contribuente. Qui mi fermo, sperando di non aver annoiato oltremisura.
Mi pareva doveroso, peraltro, uscire dal coro per spezzare una lancia a favore di un tema attuale che, ogni giorno che passa, vede aumentare le fila dei "detrattori".
Accidenti..., dimenticavo: siamo sotto elezioni.

Un caro saluto a tutti

Samuel Adams

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