Anno 1983
Il FIO, "Fondo per gli Investimenti e l’Occupazione" è stato creato nel 1982 con un unico scopo: sostenere gli investimenti pubblici.
Destinato a finanziare progetti immediatamente eseguibili, in otto anni di esercizi finanziari, dal 1982 fino all’89, i fondi Fio assegnati hanno toccato i 21 mila miliardi, destinati a oltre 800 progetti presentati dall’amministrazione centrale e dalle Regioni.
Ma come è stato usato? Quando Pietro Longo arriva al Bilancio nell’agosto del 1983 (Governo Craxi I) nel FIO ci sono ancora 1.210 miliardi assegnati per il 1983, ma non ancora spesi, congelati dalle elezioni.A questi stanno per aggiungersi quelli assegnati per il 1984.
Ma facciamo un passo indietro. A un anno prima.
Giorgio La Malfa ha avuto un’idea straordinaria per quanto riguarda i progetti presentati al FIO.
I finanziamenti gestiti da queste ente sono (almeno quelli effettivamente destinati agli investimenti) risorse pubbliche che devono essere spese con lungimiranza.
Per questo ha chiamato dagli Stati Uniti Enzo Grilli, che insegna economia internazionale e dello sviluppo alla Johns Hopkins University e lavora alla Banca Mondiale.
Lo ha nominato segretario alla Programmazione. L’esigenza è la solita: avere un’amministrazione più funzionale e soprattutto credibile.
Il Governo Spadolini ha dei buoni ministri: Andreatta al tesoro, Reviglio alle Finanze e Giorgio La Malfa al Bilancio.
Grilli si è messo subito al lavoro. Ha ingaggiato una dozzina di professionisti della valutazione. Qualcuno viene dal privato, altri dall' Università, altri da organizzazioni operanti all’estero.
Li ha messi alle sue dipendenze sganciati dalla politica. Ma cosa devono fare nello specifico?
Quello che fanno da tempo tutti gli altri Paesi del mondo Occidentale.
Valutare i progetti presentati e selezionarli secondo criteri che ne verifichino le possibilità reali e soprattutto il rapporto costi e benefici.
Tradotto significa, va bene fare un porto, verifichiamo però se ciò è possibile (nel luogo indicato) e, cosa ancora più importante, verifichiamo a chi e a che cosa serve? Come dite? Ma è solo una cosa di buon senso? Già. Chissà perchè nessuno ci ha mai pensato.
L’idea di base è di dare finalmente dignità allo Stato e di aumentare efficacia ed efficienza della spesa pubblica visto che ormai le risorse sono sempre più scarse.
Il nucleo di valutazione si è messo subito all’opera. Per prima cosa ha compilato un manualetto di regole e parametri e l’ha inviato a tutte le amministrazioni regionali affinché ne prendano atto, invitandole a regolarsi prima di presentare progetti e le relative richieste di fondi.
Ogni amministrazione, centrale o periferica che sia, deve presentare il suo progetto ma deve compilare una scheda di descrizione con tutti gli elementi necessari affinchè il progetto possa essere valutato. I costi, i benefici, i tempi di attuazione. Questo, in sintesi, il lavoro del nucleo. Una vera novità in Italia.
Il lavoro prosegue bene. Il Cipe dà le direttive (programma), e il nucleo di valutazione, su basi tecniche, effettua la graduatoria degli investimenti accettabili, in termini di priorità e di utilità.
Il governo, alla fine, sceglie all'interno di questa graduatoria i progetti che, a suo parere, sono migliori perché più conformi agli obiettivi da raggiungere. Insomma l’idea chiave è quello che la valutazione fornirà finalmente un’informazione preziosa su quelli che sono gli investimenti migliori.
Ottobre 1983
A Pietro Longo, Ministro del Bilancio, questo nucleo di valutazione non va proprio giù. Sta discutendo con Craxi, Goria e Amato della dotazione per il 1984 del FIO e lui sa benissimo che quei soldi gli servono. A fare nuovi investimenti? Macchè. Gli servono 15.000 miliardi per far fronte alle sistematiche voragini di debiti della Siderurgia, dell’alluminio e della Chimica. Quei soldi a lui fanno comodo. Craxi per l'anno prossimo gli ha appena concesso 6.000 miliardi. (successivamente altri 2.200).
Questa faccenda del FIO in mano ai tecnici a Longo non va giù. Dare a questa gente la possibilità di bocciare un progetto, solo perché ne beneficiano pochi, è una cosa assurda. Non si è mai vista una cosa del genere in Italia. Ma che vadano al diavolo.
23 Dicembre 1983
Longo ha convocato il Cipe ed ha assegnato i fondi. I finanziamenti sono stati vagliati dalle Regioni e sottoposti alla valutazione del nucleo di Grilli.
Ma qualcosa non torna. Le regioni del nord non credono ai loro occhi. La Liguria per esempio, completamente tagliata fuori dai finanziamenti.
La Lombardia, che era stata molto meticolosa per potersi far approvare tutti i progetti, ne ha presentati 6. Approvato solo uno, il disinquinamento del fiume Lambro.
Alla Campania, malgrado arrivino continuamente soldi dall’intervento straordinario nel Mezzogiorno, sono stati assegnati il 15% di tutti i finanziamenti.
Alla Calabria 120 miliardi. Peccato che da quella regione non sia arrivato nessun progetto.
Con buona pace di Grilli e dei suoi uomini.
Loro hanno lavorato su 317 progetti presentati. Ne hanno scartati 126 per carenza dei requisiti. 70 accantonati perché poco attendibili. Il Cipe doveva lavorare sui restanti 121. Longo ne ha approvati 57, ma 12 sono fra quelli scartati da Grilli.
Grilli è arrabbiato, dopo che Longo ha richiesto una verifica su tutti quelli scartati. E’ tecnicamente impossibile oltre che scorretto. Mentre La Malfa e Andreatta chiedono un’indagine parlamentare su quanto sta accadendo, Longo ha posto la parola fine al gruppo di revisione.
Con una delibera del Cipe, in barba al Parlamento, gli analisti possono continuare a lavorare, ma senza impicciarsi della convenienza dei progetti. Nella delibera è espressamente dichiarato: nell’assegnare i fondi, si dovrà tenere conto di altri fattori.
Primo fra tutti “le esigenze politiche complessive di riequilibrio”.
Mentre Longo in Parlamento riafferma il primato della politica sui “tecnici del gruppo” che pretendono di sostituirsi ai politici, tutti i membri del gruppo di Grilli si dimettono.
6 mesi dopo
Anche Grilli si è dimesso. E’ tornato a Washington sbattendo la porta Si sarebbe aspettato almeno una parola di conforto da Craxi o da Amato. Parola mai pronunciata.
Era arrivato pieno di speranza. Come Degan, che sperava di sistemare la Sanità, anche lui era finito per essere sconfitto da Longo. Aveva tentato di legare la scelta degli investimenti pubblici a un minimo di equilibrio fra vantaggi per la comunità e oneri.
Insomma, sganciare finalmente la politica dai soldi pubblici.
Anni dopo Tangentopoli porterà a conoscenza del Paese perché non ci riuscì. E perchè il Paese era stato, con il suo silenzio, complice.
N.B Ricordate l’unico progetto della Lombardia approvato dal Cipe? Il disinquinamento del fiume Lambro? Tranquilli. Non fu mai attuato.
Gli appalti finirono presto al vaglio della magistratura per tangenti.
L’Irva, società capofila del progetto liquidata nel 1993.
Un anno prima, sempre per tangenti, anche Pietro Longo era stato arrestato.
Al prossimo assalto alla diligenza…
--------------------------------------------------------------------------------
L'enorme debito pubblico che abbiamo (che blocca il Paese) non è la conseguenza di chissà quali oscuri complotti, ma il risultato matematico dell’operato di governi con la complicità di buona parte del Paese.
Quei governi stavano mangiando il futuro dei nostri figli e a tutti stava bene.
Proprio a tutti no, ma questa è un'altra storia.
Johannes Bückler
E lo chiamavano governare. (1) (2) 3 (4) (5) (6) (7) (8)