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giovedì 23 agosto 2012

Smettiamola di denigrarci.


Ogni volta che penso a noi italiani mi viene in mente il personaggio di Tafazzi, campione dell’autolesionismo.
Mentre negli altri Paesi (e girando il mondo ne ho avuto la prova) si vantano per la minima stupidata, noi riusciamo a ingigantire i nostri difetti e sminuire le nostre virtù.
Per esempio si continua a parlare degli italiani che fuggono all’estero per i più svariati motivi, e mai una volta, di tutti quegli stranieri che hanno scelto il nostro Paese per viverci.
Certo, non saremo campioni di senso civico (penso alle tasse evase), certo non siamo più e da tempo un paese di santi, poeti e navigatori (sich!) e rispetto agli altri Paesi non dimostriamo quotidianamente un vero grado di appartenenza alla nostra nazione (salvo poi ricompattarci in modo incredibile in grandi momenti di difficoltà), ma siamo un grande Paese, accidenti.
Siamo ai primi posti nel mondo come potenza economica mondiale, (mica bruscolini) la seconda economia europea, membro fondatore dell’UE, dell’OCSE, del Consiglio d’Europa. Aderiamo all’ONU e al trattato di Schengen, membro del G7, G8 e G20.
Quindi?
E questo (diciamolo sottovoce via) malgrado negli ultimi 50 anni non si è visto l’ombra di una classe politica degna di questo nome.
Non voglio entrare nel merito del quesito di questi ultimi tempi “possiamo farcela da soli?” se riferito alla possibilità di chiedere l’attivazione del fondo salva Stati (per questo meglio lasciare agli esperti), ma se estendessimo il quesito al sistema Paese e alle sue potenzialità, la risposta è già scritta.
Nella nostra storia, nelle nostre imprese, nella nostra capacità di superare gli ostacoli.
Nel nostro genio, nella nostra fantasia, nella nostra immensa creatività.
In milioni d’imprenditori, liberi professionisti, lavoratori, pensionati, insegnanti, casalinghe (e mille altre categorie) che si alzano ogni mattina con l’intento di costruire qualcosa per questo Paese.
Quindi un invito: smettiamola di denigrarci e cominciamo a essere fieri di noi stessi.
Tanto alla fine una cosa la sappiamo tutti (e se lo mettano in testa anche oltralpe): a noi “chi c’ammazza”?
Un caro saluto
Johannes Bückler

lunedì 20 agosto 2012

Caro Johannes, Buon Compleanno.


Buongiorno.
Leggendo la sua lettera, apprendo che oggi si festeggia il primo anniversario della nascita del suo personaggio con la pubblicazione della prima lettera sul Corsera.
Auguri, ringraziandola per quanto ha fatto per noi seguaci e attenti lettori delle sue considerazioni.
Non mancherei di ringraziare anche il Direttore del Corsera (F. De Bortoli), che ha creduto e avuto fiducia nelle sue parole.
In quest’anno (poco felice per noi italiani) di cose ne sono accadute.
Quasi tutte riguardano il cattivo andamento dell’economia in generale.
In particolare per l’Italia che si è ritrovata nel gruppo del “PIGS” con pessimi giudizi delle Società di rating e prospettive negative (outlook negativo) per la nostra economia.
Tutto sembra di difficile o impossibile soluzione.
Conviene vedere il bicchiere sempre mezzo pieno.
Spero che qualcuno leggendo, questa mia riflessione possa dare una risposta al seguente quesito: siamo certi che l’uscita della Grecia dall’Eurozona, servirà a sanare la sua economia e quella degli altri Paesi?
Ho delle grosse perplessità.
Avrei voluto segnalare qualche iniziativa utile da realizzare da parte delle Autorità competenti per sostenere o aumentare la lotta all’evasione.
Mi viene solo di segnalare la pubblicazione di alcuni dati relativi al fenomeno da parte dell’UIF (Ufficio Informazioni Finanziarie) presso la Banca d’Italia.
Il rapporto conferma che la banconota da € 500 rappresenta “un potenziale strumento di riciclaggio”.
Parere condiviso anche dal Dott. Grasso, Procuratore Capo della DIA, in una trasmissione televisiva (Gli intoccabili - La7- lotta alla mafia e ai capitali prodotti dalla stessa).
Infine la dichiarazione del Presidente della Corte dei Conti Giampaolino fatta di recente in Parlamento: «La dimensione dell'evasione fiscale in Italia è pari al 18% del prodotto interno lordo, che ci pone al secondo posto nella graduatoria internazionale, che è guidata dalla Grecia».
La circolazione della banconota da 500 euro corrisponde al 19% del nostro PIL, cioè 288 miliardi di euro.
C’è solo una moneta, tra le grandi valute occidentali, a superare il mega taglio da 500 euro: quella svizzera, con la sua ammiraglia, anche lei di color violetto, da mille franchi (851 euro).
Ritorno con il mio progetto già segnalato sul blog l’11 dicembre scorso (Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire).
Basterebbe che la BCE dichiarasse il “fuori corso legale della banconota da € 500”, impedendone l’immediato utilizzo e obbligando contemporaneamente i possessori (appartenenti ai Paesi dell’Eurozona) a recarsi agli sportelli bancari per il cambio in banconote di taglio inferiore.
Per tale operazione scatterebbe l’obbligo (normativa antiriciclaggio) dell’identificazione dei presentatori delle predette banconote e la segnalazione "immediata" dei dati anagrafici, dei richiedenti l’operazione, alle Autorità competenti (Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate) per i successivi adempimenti di controllo e di verifica.
Comunque per la sua realizzazione andrebbe affrontato lo spinoso problema delle banconote (sempre del taglio da 500 euro) depositate nelle banche svizzere e il loro versamento (rientro) agli sportelli delle banche italiane.
Per la soluzione di questo problema sarebbe sufficiente inserire una norma aggiuntiva all’accordo che si sta concludendo con Berna sulla tassazione dei non residenti.
Ovviamente il progetto andrebbe perfezionato nei suoi particolari.
Intanto rilancio l’idea.
Un augurio di cuore di buon proseguimento e buon lavoro al simpaticissimo e laborioso Johannes.
Rino Impronta

Contro l'evasione un fisco amico. Ma si tolgano i beni ai furbetti.


Caro Direttore,
esattamente un anno fa la prima di una serie di lettere con cui Bückler ha cercato di scuotere tutti sul problema dell’evasione fiscale.
Diciamo che visti i precedenti l’anno non è passato inutilmente.
E’ stato introdotto un limite all’uso del contante (ancora troppo alto se pensiamo ai 60 miliardi di corruzione) e finalmente c’è la possibilità di incrociare dati, banche comprese. Si poteva fare di più.
Per esempio non si può lasciare i controlli sull’ultimo atto della filiera (leggi scontrini) e poco sulle fasi intermedie.
Per l’ennesima volta non si è preso in considerazione quel benedetto contrasto d’interessi.
Per mesi si è parlato di un accordo con la Svizzera per tassare i capitali detenuti illegalmente in territorio elvetico da cittadini italiani.
Siamo alle fasi finali (almeno sembra e sperando che nel frattempo i capitali non abbiano cambiato destinazione), ma si vocifera di un’aliquota del 25% (bassa) e mi chiedo perché con certi personaggi abbiamo sempre il braccino corto.
Si sono visti, quelli sì, molti blitz.
Per carità, sono efficaci, ma non riusciranno mai riportare l’evasione in un ambito fisiologico.
Quindi? Sia chiaro: se bastasse qualche ora di educazione civica Bückler sarebbe l’uomo più felice del mondo.
Ma l’evasione è a un livello così alto e radicato che c’è un solo rimedio in tempi brevi (perché di tempo ne rimane poco): via studi di settore, redditometri e spesometri vari.
Semplifichiamo e da oggi io Fisco mi fido di te.
Non è forse un “volto più umano” quello auspicato da tutti?
Ma a una condizione: se mi accorgo che fai il “furbetto” quando vi è sproporzione fra reddito e disponibilità di beni, devi provarne la legittima provenienza, altrimenti i beni vengono confiscati.
Se evadi il fisco, devi vivere in base al reddito dichiarato.
Credo che in questo modo si comincerebbero a vedere redditi credibili.
Sarebbe il Fisco dal volto amico degli altri Paesi, portato spesso come esempio da imitare, dimenticando però (che sbadati) che lì se ti beccano a fare il furbo di “volto amico” rimane ben poco.
In attesa (speriamo non vana) accontentiamoci dell’unico vero cambiamento avvenuto in questo anno: la gente per bene si è stancata e ha smesso di ammirare i disonesti.
E questo, per tutti i Bückler, è già molto.
Un caro saluto
Johannes Bückler

Leggi la lettera sul Corriere della Sera

giovedì 9 agosto 2012

Il classico teatrino estivo.


In Spagna un noto esponente politico ha vinto per ben nove volte una lotteria nazionale.
Qualcuno tempo fa ha detto che non siamo come la Grecia: per alcuni versi non siamo nemmeno come la Spagna, dai.
Infatti da noi molti politici (non tutti per fortuna) la lotteria l’hanno vinta una volta sola: quando sono stati eletti.
Eppure, non contenti della fortuna capitata loro, non perdono l’occasione per mettere in piedi i soliti teatrini.
L’ultimo in ordine di tempo ha una sola parola d’ordine: “ci vuole una nuova legge elettorale”.
Ma non ditemi, finalmente ci liberiamo del Porcellum (di nome e di fatto).
E allora se si parla di legge elettorale ci si aspetta che al centro del dibattito ci sia l’elettore e un unico obiettivo : quello di mettere in piedi un sistema che gli permetta di poter scegliere al meglio.
E quando mai.
Per loro un sistema elettorale è costituito da un insieme di regole che permettano di trasformare le preferenze in voti e i voti in seggi, (e sin qui ci siamo) ma poi i seggi si devono trasformare in poltrone, le loro naturalmente, mica bruscolini.
E allora le cose si complicano.
Liste bloccate? Premio di maggioranza? Soglia di sbarramento?
E via con riunioni, vertici, rinvii, bozze. Il solito teatrino d’estate.
Via, In fondo sappiamo benissimo come andrà a finire il dibattito.
Nell'ennesimo teatrino tutto italiano di dichiarare di voler cambiare tutto, non cambierà niente.
Cose già viste, purtroppo.
Ci risparmino almeno una cosa: quello di venirci a dire un minuto dopo di aver messo in piedi un’altra schifezza.
Un caro saluto
Johannes Bückler