mercoledì 27 giugno 2012

Montale e un pizzico di malinconia.


Di regola non sono un nostalgico ma nei giorni scorsi gli esami di maturità hanno scatenato in me un po’ di malinconia e non solo a causa di una gioventù ormai lontana.
Come molti studenti amavo andare a scuola e come tutti amavo tornare da scuola, ma ho avuto la fortuna di avere qualcuno che mi facesse amare anche quello che stava nel mezzo.
E ho letto della traccia su Montale.
Un poeta che adoro.
Uno scrittore, un critico letterario e un grande giornalista che ha collaborato anche con il Corriere della Sera.
Un poeta (premio Nobel per la letteratura nel 1975) che sapeva raccontare la vita così com’è.
E allora mi sono ritrovato a ricordare le sue rime.
Quel suo “…solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.” O quel “di me, di te tutto conosco, tutto ignoro.
E ancora : “La storia non è prodotta da chi la pensa e neppure da chi l'ignora perché la storia detesta il poco a poco”.
E quando penso a come si sono sentiti per anni i “pirla” che hanno pagato le tasse anche ai soliti “furbetti” (lo so, per Bückler è un chiodo fisso) mi viene in mente una sua poesia poco conosciuta che recita: “…ci sono anche altri pirla nel mondo ma come riconoscerli? I pirla non sanno di esserlo. Se pure ne fossero informati tenterebbero di scollarsi con le unghie quello stimma.” Da “Il pirla” (1971).
E ricordandola mi sento meglio, perché in fondo i veri pirla sono altri, quelli che, come dice Montale, non hanno neppure la consapevolezza di esserlo.

Johannes Bückler

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