giovedì 12 aprile 2012

Banche


Buon pomeriggio,
ho letto le precisazioni della BCE sul prestito fatto avere alle banche italiane.
Ogni stato europeo riguardo la crisi ha storie e origini diverse, anche se di fatto le conseguenze economiche sono simili.
L'Italia parte dal cambio lira-euro e in seguito dal 2.008 in poi, le minor entrate nelle imprese a fronte spese in costante crescita hanno determinato una devastante erosione della liquidita', in molti casi aggravata dalla assoluta mancanza di giustizia civile a tutelare l'imprenditoria privata da truffe e fallimenti e finti concordati.
In Italia la depenalizzazione di taluni reati finanziari, la possibilita' per soggetti malavitosi di riciclarsi in piu' partite iva per reiterare il dolo, la mancanza di uno stato di diritto che da una parte garantisse soddisfazione e dall'altra certezza di pena, tutto questo esposto e la speranza che a breve la situazione economica ripartisse, hanno determinato nelle imprese un ritardo nel prendere contromisure valide a contrastare questa crisi.
In questo scenario sono venuti a mancare per l'Italia 2 soggetti fondamentali, cioè da una parte lo Stato che costringesse la banche a rifinanziare il sistema economico ristrutturando i debiti delle aziende derivanti da mutui a lungo termine contratti negli anni dello sviluppo e dall'altro le banche che, libere di sperperare denaro reale nel mercato virtuale della borsa, improvvisamente sono sparite e da finanziatrici delle aziende sono diventate aguzzine delle aziende.
Qualsiasi altra analisi è aria fritta.
Dal dopoguerra in poi il ruolo delle banche era di essere al fianco delle ditte e dell'imprenditoria sostenendo crisi, investimenti, progetti.
Oggi gli istituti di credito sono per tutte le attivita' spariti, evidente che essendo privati preferiscono fare utili certi nel mondo azionario, perché dicono "troppo rischio investire aiuti nel privato", anche perché con astuzia dimenticano che a mettere in ginocchio le ditte sono state loro bloccando il mercato finanziario.
In questa ottica, visto che I.V.A. significa imposta valore aggiunto,con un mercato fermo a 360 gradi ne vedremo delle belle, caro signor Bukler, nel trovare risorse nel sociale per pagare scuole, sanità, strade, previdenza etc.
Se a questo aggiungiamo l'alto costo della politica e la mancanza di razionalità dell'attuale governo, capace solo di aumentare le tasse senza tagliare costi, con la gente in difficoltà per posti di lavoro e con la logica contrazione dei consumi, credo che rischiamo tutti di fare la fine del CONCORDIA !!
Arenati e con un nugolo di professori che si inventano teorie per risollevarsi!! Raddoppiare i fidi alle aziende e ristrutturare i debiti, blocco per 5 anni dei mutui a famiglie e imprese con il solo pagamento quote capitale, questa è l'unica strada di uscita per risollevare questa Italia in ginocchio.

Distinti saluti

Buckler padano

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