Le borse europee sono diventate luogo dove consumare le speculazioni più spietate e spregiudicate della finanza, al punto che parte dei risparmiatori sono costretti a ricorrere a forme alternative di risparmio (depositi vincolati, libretti di risparmio, meno onerosi) o investire in beni rifugio (oro, valuta estera come franco svizzero o altro).
Gli sport più diffusi restano l’evasione e l’elusione fiscale, cancri inestirpabili della nostra società.
Certo è che si è tanto parlato anche della ripresa del settore imprese, dove si registra una forte crisi e mancanza di liquidità per procedere e realizzare nuove forme di investimenti.
Vaste aree, industrialmente produttive e a bassissimo tasso di disoccupazione, oggi soffrono per la mancanza di fidi o linee di credito offerte dal sistema bancario fino a qualche mese fa.
Molte imprese lamentano il mancato pagamento per la fornitura di beni e servizi ad Enti centrali e periferici della PA.
A questo proposito, tenuto conto che lo Stato ignora la necessità di rivitalizzare il sistema impresa con una buona iniezione di denaro, mi sono chiesto quale potrebbe essere una delle tante soluzioni ipotizzate, a breve, per risolvere e soddisfare questa esigenza primaria delle piccole e medie imprese.
Come lo Stato potrebbe pagare i suoi debiti ai suoi fornitori?
Se facciamo un piccolo sforzo di memoria, alla fine degli anni 70 e inizio anni 80, ci fu il congelamento della nota contingenza relativa all'adeguamento economico degli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Ogni volta che scattavano alcuni punti di contingenza a seguito dell’aumento dell’inflazione - che a quel tempo era a due cifre – lo Stato emetteva BTP a 3 e 5 – con tassi particolarmente vantaggiosi (anch’essi a due cifre) per i destinatari di quei titoli - per far fronte alla spesa corrente ed evitare rivendicazioni sociali forse ancora più onerose.
Tutto ciò premesso è facile ipotizzare come, in questo particolare momento, sarebbe più che opportuno finanziare il sistema imprese con una emissione specifica di titoli di stato, a tassi e scadenze vantaggiosi.
Quando dico finanziare, intendo dire l’assolvimento degli impegni assunti dalla PA per forniture e servizi ricevuti da qualsiasi impresa.
Certo è che la soluzione del pagamento dei debiti dello Stato è molto complessa nel suo insieme. Sarebbe sufficiente ripescare le norme emanate a suo tempo per il pagamento della contingenza e adattarle alle esigenze di oggi.
La loro negoziazione potrebbe avvenire in un canale parallelo o secondario del mercato dei titoli. Tutto ciò sottoposto a precisa regolamentazione.
Questione di volontà.
Di ciò beneficerebbero sia il sistema bancario, che nel riaprire le linee di credito alle aziende, avrebbe in garanzia titoli di stato con un rendimento più che interessante.
Beneficerebbero le aziende che a fronte della garanzia offerta con i titoli si vedrebbero offrire una liquidità a costi molto bassi e poter affrontare con tranquillità tutti i progetti di rilancio e ripartenza della produzione.
Il secondo mercato manifatturiero europeo non può subire o essere trascurato dagli interventi risolutivi.
Le risorse e le soluzioni ci sono.
Ci vuole il coraggio di mettere sul tavolo proposte intelligenti e realistiche e aiutare quegli imprenditori disperati e disposti anche chiudere definitivamente la loro attività e la loro esistenza.
I voli pindarici è meglio lasciarli agli acrobati.
Gli sport più diffusi restano l’evasione e l’elusione fiscale, cancri inestirpabili della nostra società.
Certo è che si è tanto parlato anche della ripresa del settore imprese, dove si registra una forte crisi e mancanza di liquidità per procedere e realizzare nuove forme di investimenti.
Vaste aree, industrialmente produttive e a bassissimo tasso di disoccupazione, oggi soffrono per la mancanza di fidi o linee di credito offerte dal sistema bancario fino a qualche mese fa.
Molte imprese lamentano il mancato pagamento per la fornitura di beni e servizi ad Enti centrali e periferici della PA.
A questo proposito, tenuto conto che lo Stato ignora la necessità di rivitalizzare il sistema impresa con una buona iniezione di denaro, mi sono chiesto quale potrebbe essere una delle tante soluzioni ipotizzate, a breve, per risolvere e soddisfare questa esigenza primaria delle piccole e medie imprese.
Come lo Stato potrebbe pagare i suoi debiti ai suoi fornitori?
Se facciamo un piccolo sforzo di memoria, alla fine degli anni 70 e inizio anni 80, ci fu il congelamento della nota contingenza relativa all'adeguamento economico degli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Ogni volta che scattavano alcuni punti di contingenza a seguito dell’aumento dell’inflazione - che a quel tempo era a due cifre – lo Stato emetteva BTP a 3 e 5 – con tassi particolarmente vantaggiosi (anch’essi a due cifre) per i destinatari di quei titoli - per far fronte alla spesa corrente ed evitare rivendicazioni sociali forse ancora più onerose.
Tutto ciò premesso è facile ipotizzare come, in questo particolare momento, sarebbe più che opportuno finanziare il sistema imprese con una emissione specifica di titoli di stato, a tassi e scadenze vantaggiosi.
Quando dico finanziare, intendo dire l’assolvimento degli impegni assunti dalla PA per forniture e servizi ricevuti da qualsiasi impresa.
Certo è che la soluzione del pagamento dei debiti dello Stato è molto complessa nel suo insieme. Sarebbe sufficiente ripescare le norme emanate a suo tempo per il pagamento della contingenza e adattarle alle esigenze di oggi.
La loro negoziazione potrebbe avvenire in un canale parallelo o secondario del mercato dei titoli. Tutto ciò sottoposto a precisa regolamentazione.
Questione di volontà.
Di ciò beneficerebbero sia il sistema bancario, che nel riaprire le linee di credito alle aziende, avrebbe in garanzia titoli di stato con un rendimento più che interessante.
Beneficerebbero le aziende che a fronte della garanzia offerta con i titoli si vedrebbero offrire una liquidità a costi molto bassi e poter affrontare con tranquillità tutti i progetti di rilancio e ripartenza della produzione.
Il secondo mercato manifatturiero europeo non può subire o essere trascurato dagli interventi risolutivi.
Le risorse e le soluzioni ci sono.
Ci vuole il coraggio di mettere sul tavolo proposte intelligenti e realistiche e aiutare quegli imprenditori disperati e disposti anche chiudere definitivamente la loro attività e la loro esistenza.
I voli pindarici è meglio lasciarli agli acrobati.
Cordiali saluti.
Rino Impronta
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