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sabato 29 ottobre 2011

Contributi di solidarietà? Chiediamoli a chi usò lo scudo



Caro Direttore,
finalmente qualcosa di positivo. Nella lettera d’intenti che il nostro governo ha inviato all’Unione Europea non c’è traccia della parola “condono” o cose simili.
Sono piccole soddisfazioni, ma di questi tempi è già molto, anche se attendo con ansia la presentazione ufficiale del Decreto Sviluppo. Sa, fidarsi è bene…
Non voglio entrare però nel merito della lettera perché, se Bückler è il cittadino che di solito non capisce, figuriamoci se può comprendere come sia possibile fare in 8 mesi quello che non si è riusciti a fare negli ultimi 20 anni. Rischierebbe di andare in confusione.
Una frase però ricorre spesso di questi tempi: fare cassa. Allora, poiché siamo in un momento di grande difficoltà economica e dobbiamo assolutamente trovare risorse per lo sviluppo (almeno di credere alla favola di poterlo fare a costo zero), perché non lasciamo un po’ in pace i lavoratori dipendenti e i pensionati? Perché non facciamo rifiatare le imprese e andiamo a disturbare (lo so, loro sono lì tranquilli) i 180.000 cittadini (cittadini è puro eufemismo) che hanno approfittato dello scudo fiscale 2009/2010 regolarizzando 104,5 miliardi con solo 5,6 miliardi?
Com’è stato possibile in questo Paese chiedere a questi “truffatori” un’aliquota del 5% pari a meno di un quarto della più bassa aliquota IRPEF chiesta a un lavoratore dipendente o pensionato? Qualcuno dovrebbe spiegarcelo. Chiediamo loro un nuovo "contributo di solidarietà". Si verrebbe meno a una promessa fatta dallo Stato? Si romperebbe il patto tra lo Stato e questi “nuovi” contribuenti? E tutti i patti che avete rotto (e purtroppo non solo quelli) con cittadini, pensionati e imprese? Rotto per rotto chiediamo loro un altro 15% e non se ne parla più.
Non è possibile per un discorso di retroattività? E allora fate uno scudo bis, che ve lo devo dire io come fare? E poi, diciamocelo chiaramente, che cosa sono tutte queste attenzioni verso chi ha frodato e rubato risorse in un momento in cui non avete nessuna considerazione verso chi le tasse le paga e le ha sempre pagate? Ministro Tremonti, è possibile avere una risposta?
Un piccolo contributo, via, mica li vogliamo mettere in galera, che poi mi diventano scrittori.
Caro direttore, è vero, l’Italia non è la Grecia, ma in alcune cose ci assomigliamo molto.
Oltre all’enorme debito pubblico il paese ellenico ha il primato con L’Italia di evasione ed economia sommersa. Praticamente dopo i fasti dell'antica Grecia e dell'antica Roma una nuova cultura greco-romana. Che tristezza.

Un caro saluto

Johannes Bückler

Leggi la lettera sul Corriere della Sera

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