l' arrivo di questa nuova lettera avrà creato in lei e nei suoi lettori (ne sono certo) la curiosità di conoscere il pensiero del cittadino Buckler (ricorda? Quello che non capisce) su quello che sta accadendo in questi giorni. La domanda sarà: "Chissà cosa avrà da dire Buckler sull'iter di questa manovra". NIENTE, ASSOLUTAMENTE NIENTE.
Perché dovrei commentare questo teatrino della politica, per cui un giorno lo metto, un giorno lo tolgo, un giorno lo rimetto, un giorno lo ritolgo, sto provvedimento, senza dirci una buona volta come diavolo la vogliono fare sta maledetta manovra. E mi raccomando, da parte di tutti, nessun pensiero del tipo «ehi, sta parlando degli altri», perché sul palco del teatrino si sono accomodati tutti, nessuno escluso. Niente, non dirò niente fino a quando finalmente uscirà il testo definitivo E FINALMENTE SAPREMO (neanche fossero i segreti di Fatima).
Perché, caro Direttore, se devo dirle la verità, a Buckler in questi giorni, sono passati nella testa tanti brutti pensieri che se, riportati sulla carta, non sarebbero stati altro che una serie di parolacce, insulti, improperi, offese, imprecazioni che non sarebbe bastato l' intero suo giornale a raccoglierle tutte (non ho fortunatamente pensato parole blasfeme perché vuoi mai che se finisco all' inferno rischio di ritrovarmeli di nuovo tutti lì). Oggi volevo parlarle invece di una delle categorie più ascoltate e potenti degli ultimi anni: gli economisti. Una premessa: ritengo gli economisti italiani i migliori. Non è piaggeria, ma quello che penso. Certo, hanno qualche vantaggio in più rispetto agli altri. L' Italia è un Paese con i conti pubblici talmente incasinati che una scuola migliore non potrebbero avere. Infatti, essendo i migliori, alle finanze abbiamo messo un fiscalista (per non farci mancare niente). Adesso ci manca solo che un fiscalista annunci una lotta all' evasione e siamo a posto. Tornando agli economisti, credo di aver trovato una definizione che meglio spieghi cosa sia un economista. Si tenga. «L' economista è quella persona che ti dice due anni dopo cosa era meglio fare due anni prima». Perché non sarà normale che oggi ci vengano a dire che forse Washington avrebbe fatto meglio a salvare la Lehman Brothers invece di lasciarla fallire scatenando un terremoto sui mercati. Non è possibile che mai una volta riescano a dirci prima cosa accidenti succederà l' anno dopo, ma sempre almeno due anni dopo. Qui qualcosa non torna. Le faccio una domanda : dove nascono e succedono i più grandi casini economici del mondo? Credo che la risposta sia per chiunque «dagli Stati Uniti». E allora come diavolo è che il premio Nobel dell' Economia viene sempre assegnato (a parte Modigliani, un italiano appunto) a economisti degli Stati Uniti? Qualche dubbio, sulle persone che assegnano i Nobel, nasce, non crede? Certo, una certa incoerenza nei giudizi si vede per esempio anche nei Nobel per la Pace. Obama, che non si ricorda nemmeno lui quante guerre ha in ballo per il mondo, messo lì con Madre Teresa di Calcutta e la Croce Rossa.
Con tutto il rispetto, (non si offenda Obama), qualche piccola differenza esiste. Come è successo che negli anni in cui si è scatenata la crisi, gli americani abbiano vinto il Nobel per l' economia con tutto quello che hanno combinato? E cosa avremmo dovuto dare allora alle donne, casalinghe e non, che sono riuscite a far quadrare i conti in quegli anni di crisi con 800-1.000 euro al mese? Ehi, mi è venuta un' idea: qualche casalinga disposta a far quadrare conti di uno Stato? Riconoscenza garantita.
Un caro saluto
Johannes Bückler
P.S. Della serie "al peggio non c' è mai fine", dal 1 settembre è entrata in vigore la famigerata Legge Levi, per cui non si potranno applicare sconti sui libri superiori al 15% del prezzo di copertina. Posso capire tutto, ma in un Paese dove già si legge poco, questo fa pensare che qualcuno veramente giochi contro.
Perché dovrei commentare questo teatrino della politica, per cui un giorno lo metto, un giorno lo tolgo, un giorno lo rimetto, un giorno lo ritolgo, sto provvedimento, senza dirci una buona volta come diavolo la vogliono fare sta maledetta manovra. E mi raccomando, da parte di tutti, nessun pensiero del tipo «ehi, sta parlando degli altri», perché sul palco del teatrino si sono accomodati tutti, nessuno escluso. Niente, non dirò niente fino a quando finalmente uscirà il testo definitivo E FINALMENTE SAPREMO (neanche fossero i segreti di Fatima).
Perché, caro Direttore, se devo dirle la verità, a Buckler in questi giorni, sono passati nella testa tanti brutti pensieri che se, riportati sulla carta, non sarebbero stati altro che una serie di parolacce, insulti, improperi, offese, imprecazioni che non sarebbe bastato l' intero suo giornale a raccoglierle tutte (non ho fortunatamente pensato parole blasfeme perché vuoi mai che se finisco all' inferno rischio di ritrovarmeli di nuovo tutti lì). Oggi volevo parlarle invece di una delle categorie più ascoltate e potenti degli ultimi anni: gli economisti. Una premessa: ritengo gli economisti italiani i migliori. Non è piaggeria, ma quello che penso. Certo, hanno qualche vantaggio in più rispetto agli altri. L' Italia è un Paese con i conti pubblici talmente incasinati che una scuola migliore non potrebbero avere. Infatti, essendo i migliori, alle finanze abbiamo messo un fiscalista (per non farci mancare niente). Adesso ci manca solo che un fiscalista annunci una lotta all' evasione e siamo a posto. Tornando agli economisti, credo di aver trovato una definizione che meglio spieghi cosa sia un economista. Si tenga. «L' economista è quella persona che ti dice due anni dopo cosa era meglio fare due anni prima». Perché non sarà normale che oggi ci vengano a dire che forse Washington avrebbe fatto meglio a salvare la Lehman Brothers invece di lasciarla fallire scatenando un terremoto sui mercati. Non è possibile che mai una volta riescano a dirci prima cosa accidenti succederà l' anno dopo, ma sempre almeno due anni dopo. Qui qualcosa non torna. Le faccio una domanda : dove nascono e succedono i più grandi casini economici del mondo? Credo che la risposta sia per chiunque «dagli Stati Uniti». E allora come diavolo è che il premio Nobel dell' Economia viene sempre assegnato (a parte Modigliani, un italiano appunto) a economisti degli Stati Uniti? Qualche dubbio, sulle persone che assegnano i Nobel, nasce, non crede? Certo, una certa incoerenza nei giudizi si vede per esempio anche nei Nobel per la Pace. Obama, che non si ricorda nemmeno lui quante guerre ha in ballo per il mondo, messo lì con Madre Teresa di Calcutta e la Croce Rossa.
Con tutto il rispetto, (non si offenda Obama), qualche piccola differenza esiste. Come è successo che negli anni in cui si è scatenata la crisi, gli americani abbiano vinto il Nobel per l' economia con tutto quello che hanno combinato? E cosa avremmo dovuto dare allora alle donne, casalinghe e non, che sono riuscite a far quadrare i conti in quegli anni di crisi con 800-1.000 euro al mese? Ehi, mi è venuta un' idea: qualche casalinga disposta a far quadrare conti di uno Stato? Riconoscenza garantita.
Un caro saluto
Johannes Bückler
P.S. Della serie "al peggio non c' è mai fine", dal 1 settembre è entrata in vigore la famigerata Legge Levi, per cui non si potranno applicare sconti sui libri superiori al 15% del prezzo di copertina. Posso capire tutto, ma in un Paese dove già si legge poco, questo fa pensare che qualcuno veramente giochi contro.
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