mi sono preso due giorni di vacanza al mare. Sfrutterò questo tempo per rispondere a tutte le mail che mi sono arrivate. Approfitto di questo spazio per rispondere ad alcune domande. La prima mi riguarda. A.G. chiede se avrei scritto le stesse cose se non avessi dovuto pagare il «contributo di solidarietà». Tranquillo. Questa tassa non la pagherò, il mio reddito è molto al di sotto dei 90.000 euro. Sorpreso che qualcuno si prenda a cuore gli interessi di altri? Non sopporto le ingiustizie, tutto qui. M.M. e B.S. mi chiedono quale è il vero motivo per cui non si instaura anche in Italia il classico «conflitto di interessi»: rendere conveniente per i contribuenti il rispetto delle leggi fiscali. Rendere detraibili alcuni costi in modo, ad esempio, che chiedere la fattura sia nell' interesse del cliente. In effetti il metodo è sembrato funzionare. Mi riferisco al bonus del 36 % sulle ristrutturazioni. Che dire. Anni fa incontrai l' allora ministro del Bilancio e della Programmazione Economica al quale feci la stessa domanda. La risposta fu che il recupero di una parte dell' evasione sarebbe stato vanificato dall' aumento di nuovi evasori. Detto in parole povere: noi politici chiediamo di avere fiducia nelle istituzioni e nello stesso tempo a voi cittadini, fiducia zero. Comunque questa è una proposta ancora attuale. Sul tavolo di Tremonti dovrebbe trovarsi la relazione del presidente dell' Istat Enrico Giovannini, preparata proprio su incarico del ministro. Credo che Giovannini abbia messo sul tavolo proposte concrete. S.G. mi chiede cosa ne penso dei condoni, fiscale e valutario. Detto che tutti i condoni degli ultimi 30 anni secondo alcuni studi controversi, hanno portato nelle casse dello Stato una somma pari all' evasione di un solo anno (110 miliardi di euro) io la penso come chi, nel 1991 scriveva su questo giornale «In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo un golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni, ma mutando l' ordine dei fattori il prodotto non cambia: il condono è comunque una forma di prelievo fuorilegge». Firmato: Giulio Tremonti. Ho portato mia moglie per negozi a fare un po' di shopping. Nel primo: «Mi dispiace per lo scontrino, la cassa è rotta». Cominciamo bene.
Un caro saluto.
Johannes Bückler
Lo pseudonimo mi è obbligatorio. Si racconta che J.Bückler fu mosso solo dall' avidità (come oggi si potrebbe pensare del Fisco), malgrado ciò divenne in Renania sul finire del 1700 un eroe, il simbolo della resistenza
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